Il sostegno è arrivato anche dal gruppo Cambiamo Messina dal basso. Alla manifestazione di venerdì scorso, però, non era presente alcun rappresentante della giunta Accorinti. “Un silenzio assordante – afferma Mariano Massaro, segretario regionale dell’Orsa -, quello di un’amministrazione che dovrebbe posizionarsi alla guida di una protesta di popolo volta a scongiurare l’isolamento della Sicilia. C’erano tutti all’assemblea della base, trecento ferrovieri mobilitati all’unisono non si vedevano da oltre 20 anni, c’erano i pendolari dello Stretto, i lavoratori a rischio esubero, i precari marittimi che dal 2007 lottano per la stabilizzazione, i lavoratori dell’indotto, i movimenti che hanno scritto la storia delle lotte territoriali, il fronte sindacale compatto dopo anni di divisioni… Mancava solo il sindaco o un suo rappresentante. Sarà pure un caso ma il paradosso c’è e salta all’occhio: durante il governo del sindaco no-ponte, Messina è costretta a registrare il punto più basso dei trasporti nello Stretto e rischia di perdere il diritto costituzionale alla continuità territoriale che altri avrebbero voluto garantire con l’attraversamento stabile”.
Massaro ricorda infatti che la soppressione dei treni a lunga percorrenza e delle navi ferroviarie sarebbe una sconfitta per l’intero movimento No Ponte, di cui Accorinti è stato rappresentante in prima linea. “Dopo la vittoriosa lotta contro la fantasiosa mega-struttura in cemento – dichiara Massaro – bisognava proseguire la mobilitazione per potenziare il trasporto a lunga percorrenza su rotaia e in mare; se, come si teme, i siciliani dovranno fare capolinea a Messina e attraversare lo Stretto a piedi, si darà ragione agli altri e la voglia di ponte tornerà di moda”.
L’Orsa chiede al sindaco di “andare a Palermo e spiegare al presidente della Regione che la promessa di alta velocità all’interno della Sicilia non si scambia con il diritto alla continuità territoriale, e di andare a Roma e spiegare al ministro Lupi che in Sicilia ancora sappiamo fare i calcoli. I 30 milioni che provano a propagandare come sovvenzione ex novo per i mezzi veloci Metromare sono un atto dovuto che si ripete con tutti i governi dal 2007 e non possono sostituire i 47 milioni di euro per il mantenimento della cinquantenaria continuità territoriale garantita da navi e treni a lunga percorrenza. Sarebbe l’ennesima operazione risparmio sulla pelle dei siciliani”.