MESSINA – Lavori in corso a Palazzo Piacentini, dove per l’ultima tranche prevista di ammodernamento, che prevede l’adeguamento sismico e termico, potrebbero essere montati dei container per ospitare gran parte degli uffici del seminterrato.
Nell’area oggi ci sono le aule del giudice per le indagini preliminari, le stanze dei pubblici ministeri e le relative cancellerie, sala ascolto intercettazioni, locali transito detenuti, servizi igienici e diversi archivi.
L’ipotesi, ventilata nella riunione dello scorso 4 luglio dal presidente della Corte, non piace a penalisti messinesi, non consultati prima e spaventati dagli “enormi disagi a tutta l’utenza del settore penale, con inevitabile ricadute negative sull’efficienza del già tanto precario servizio Giustizia e, non da ultimo, sulla dignità delle persone”.
Così la nota del presidente della Camera Penale Pisani Amendolia, che interviene con forza: “Fermo restando che non accetteremo che si verifichi a Messina quanto già occorso tempo fa al Tribunale di Bari, non condividiamo nel merito e nei modi il percorso che si sta delineando e riteniamo, invece, di dover essere informati nel dettaglio della tipologia e delle tempistiche dei lavori in questione, e di essere considerati parte necessaria dei tavoli di consultazione convocati per individuare soluzioni che incidono in maniera penetrante nello svolgimento (anche) delle nostre funzioni”.
“Le soluzioni che si intenderà adottare non potranno, e non dovranno, prescindere dal parere (e dal contributo di idee) che l’Avvocatura (in particolare i penalisti visto che il lavori interesseranno locali di nostro precipuo interesse) è in grado di prospettare”, scrive l’avvocato Bonaventura Candido in una nota indirizzata al Ministero, al Presidente della Corte d’Appello ed alla Procura Generale.