La Procura di Messina vuole che i 36 professionisti coinvolti nell’indagine sulle truffe Inps scoperte dai Carabinieri siano processati perché venga accertata la loro effettiva responsabilità.
Lo ha detto il Pubblico Ministero Rossana Casabona qualche giorno fa, chiedendo al GUP Monia De Francesco il rinvio a giudizio di tutti gli indagati. Tra loro presunti falsi invalidi, avvocati, medici, operatori di patronati. Il Giudice incaricato del vaglio preliminare ascolterà i difensori il prossimo 23 luglio, poi deciderà.
Le posizioni delle persone finite nel calderone degli accertamenti, cominciati mentre si indagava sulla scomparsa di Provvy Grassi, sono molto diversificate. Tanti i casi di truffa contestati, quasi 300, legati a certificati medici che documentano presunte patologie che invece non ci sono.
A dirlo, le conversazioni intercettate dai carabinieri, soprattutto quelle sulla linea e sull’auto di Giovanni Grassi, il padre della ragazza trovata morta sotto un viadotto della A20, mesi dopo la sua scomparsa. Ma soprattutto le perizie del consulente della Procura, che ha esaminato i certificati medici sospetti e le condizioni effettive dei presunti invalidi.
Certificati rilasciati tra il al 2014 da medici che operavano nelle strutture pubbliche di Messina, Milazzo, Patti e Barcellona.
Nel link con tutti gli approfondimenti i nomi di tutti gli indagati