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Truffe Inps sui Nebrodi, 22 condanne, assoluzioni e prescrizioni al processo Patology. I NOMI

Più di sette anni di procedimento, tantissime udienze, 13 ore di camera di consiglio. E’ questo il “costo” della sentenza di primo grado dell’operazione Pathology, l’indagine su una lunga serie di presunte truffe Inps che vede imputati liberi professionisti e impiegati pubblici della zona tra Brolo e Patti.

Il verdetto del Tribunale di Patti (presidente Samperi) è arrivato ieri che erano passate le 23.30 e accerta le responsabilità di 22 dei 61 imputati totali. A pioggia le prescrizioni che la Corte ha dovuto applicare per i reati contestati. Il punto centrale del verdetto, in attesa di leggere le motivazioni, ruota intorno il riconoscimento dell’accusa di associazione finalizzata alle truffe all’Inps, riconosciuta per diversi imputati ma non per tutti quelli per i quali era stato ipotizzato il coinvolgimento nella “rete”.

La condanne dell’operazione Patology

Le condanne più alte sono arrivate per i protagonisti centrali dell’inchiesta: 7 anni e 11 mesi per medico di Sant’Angelo di Brolo Francesco Piscitello, 7 anni e 5 mesi per l’avvocata di Brolo Anna Ricciardi. Entrambi sono stati anche condannati all’interdizione perpetua dai pubblici uffici e la confisca di 25 mila euro. Per alcune accuse è stata applicata la prescrizione o è stata esclusa la responsabilità. Le altre condanne: 7 anni per Giovambattista Bruni, 6 anni e 2 mesi per Stefano Marra, sei anni e un mese per Giuseppe Miceli, Maria Tindara Di Marco, Agata Napoli, Giuseppe D’Amico e Francesco Lo Iacono, Maria Antonia Balgo; 4 anni per Cono Virecci Fano, Antonino Pino e Maria Di Gaetano; 3 anni ed un mese per Rosario Germanà, 2 anni (pena sospesa) per Carmelo Virecci Fanno, 2 anni e 8 mesi per Rosa Ricciardi e Carmela Fragale; 3 anni per Rosaria Lo Presti; un anno per Antonino Ventura, Margherita Salpietro, Furnari Antonino, Pippo Spatola. Tutti hanno registrato prescrizioni parziali. I condannati dovranno anche pagare le spese legali e risarcire l’Inps, parte civile, con una provvisionale di 6 mila euro.

I legali: sentenza equilibrata

Erano assistiti dagli avvocati Nino Favazzo, Tommaso Calderone, Giovanni Cicala, Antonella Marchese, Massimiliano Fabio, Carmelo Occhiuto, Francesco Pizzuto, Massimo Miracola, Salvino Mondello, Maria Rita Cicero, Giuseppe Mancuso, Calogero Lombardo, Salvatore Zaccaria, Giuseppe Condipodero Marchetta, Maria Sinagra, Salvatore Mancuso, Giuseppe Germanà Bozzo, Giuseppe Walter L’Abbate, Giuseppe Serafino.

“È uno di quei casi, purtroppo sempre più rari, in cui dalla lettera di un articolato dispositivo si comprende con chiarezza il percorso seguito dal Giudice. Nel suo complesso, la decisione appare equilibrata, anche sotto il profilo del trattamento sanzionatorio applicato. La tesi accusatoria è stata fortemente ridimensionata – alle assoluzioni nel merito per numerosissimi capi di imputazione, si è aggiunta la riqualificazione delle condotte di corruzione in termini di minor gravità – ma residueranno certamente margini per ulteriori interventi difensivi, che daranno luogo ad ulteriori assoluzioni in sede di appello”, commenta l’avvocato Favazzo.

Decisione equilibrata anche per l’avvocato Occhiuto: “E‘ una decisione ponderata e una ottima sentenza che probabilmente per questo verrà confermata in appello”.

Assoluzioni e prescrizioni

Escono dal processo con una sentenza di assoluzione: Rita Murabito, Vincenzo Princiotta, Ilenia De Luca, Maria Giovanna Barbitta, Bruno Fazio, Giuseppe Fulco, Maria Saturno, Jole Donzì, Giuseppe Di Santo, Rosario Vincenzo Di Stefano, Marianna Faraci, Giuseppe Armeli, Daniela Calarese, Francesco Di Giorno, Genoveffa Scaffidi Chiarello, Giusi Mincica, Genoveffa Cadili, Carmela Pruiti, Antonino Puriti, Eleonora Gentile, Giacomo Magistro Contenta, Michele Saitta, Grazia Pagana, Angelo Paratore, Maria Galvagno, Teresa Notaro, Elegina Stazzone, Carmelo Giannitto Giorgio. Prescrizione per: Francesca Merlo, Rosa Ermito, Paolo Ioppolo, Antonio Milici, Sandra Natoli, Giuseppa Serafina Sgrò, Teresa Foresto, Enrico Natale, Maria Antonia Drago.

Erano difesi dagli avvocati Diego Foti, Giovanni Cicala, Antonietta Privitera, Alvaro Riolo, Antonello Scordo, Giovanbattista Freni, Mauro Aquino, Alessandro Pruiti Ciarello, Rosa Saturno, Loredana Rigoli, Vito Agosta, Claudio Gallina Montana, Domenico Magistro, Tindaro Giusto, Giuseppe Tortora, Francesco Mucciarelli, Martino Daidone, Nicoletta Calanni Macchio, Carmelo Merlo, Patrizia Messina, Giosuè Giardina, Domenico Siracusa, Lidia Di Blasi, Attilio Scarcella, Daniele Letizia, Sergio Petralia, Carmela Caranna, Renato Rifici e Giacomo Prinzi.

“Il verdetto accoglie le nostre tesi, siamo sempre stati sereni e abbiamo avuto piena fiducia nella giustizia e oggi la sentenza, attraverso le formule assolutorie piene, per non avere commesso il fatto per il reato associativo, perché il fatto non sussiste per i reati fine, attestano l’assoluta estraneità del mio assistito dai fatti contestati”, commenta l’avvocato Alvaro Riolo che ha assistito Giuseppe Armeli.

Le accuse

Alla fine del dibattimento l’Accusa, rappresentata dal pubblico ministero Andrea Apollonio, nel febbraio scorso aveva sollecitando al Tribunale condanne più severe per 51 imputati, accusati a vario titolo di aver truffato l’istituto nelle cause civili per il riconoscimento di pensioni di invalidità e altri sostegni previdenziali. Prima di passare la parola ai difensori i protagonisti dell’inchiesta, l’avvocata Ricciardi ed il medico Piscitello, hanno rilasciato dichiarazioni spontanee, ripercorrendo in circa 3 ore di testimonianza tutte le vicende e i loro rapporti. Per loro era stata chiesta la condanna a 21 anni.