Le ultime vittime avevano fruttato ai truffatori una cospicua somma. All’incirca 30mila euro. La tecnica sempre la stessa: bussavano a casa dei pensionati, si qualificavano come funzionari Inps, ne carpivano la fiducia sino ad entrarne nelle case, esortavano poi i malcapitati a mostrare loro libretti postali e pensionistici. Un attimo di distrazione, una momentanea assenza e il colpo era messo a segno.
Una tattica subdola ma purtroppo efficace che ha spinto l’INPS a chiarire definitivamente la questione, rammentando a quanti rischino di cadere nella trappola ben architettata di questi impostori che l’Istituto non accredita né autorizza a nessun titolo suoi funzionari né incaricati a recarsi direttamente presso le abitazioni degli utenti per svolgervi eventuali, presunte mansioni.
Facendo seguito alle recenti denunzie sporte dalle vittime e alle segnalazioni fornite dagli organi di stampa che hanno fatto da cassa di risonanza agli eventi in questione, l’Istituto ha ritenuto opportuno allertare in merito alla sua estraneità a presunti controlli delle posizioni pensionistiche, rimborsi e sostituzioni di banconote false effettuati a domicilio, così come alle operazioni di accettazione e consegna di somme di danaro.
Nel comunicato, l’INPS ha tenuto a stigmatizzare l’operato truffaldino che ha già messo a segno dei colpi nella zona di Patti, a danno di un ottantacinquenne di Malluzzo e di una signora di Mongiove. Sono stati infine richiamati i numeri di pronto intervento – 112 e 113 – per eventuali segnalazioni di visite sospette nonché quelli dello stesso Istituto: 803164 per la rete fissa e 06164164 da telefono cellulare. (Sara Faraci)