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Turismo enogastronomico in Sardegna: tre itinerari da non perdere

Sono sempre di più i siciliani che scelgono di passare le vacanze lontani dall’amata terra, tuttavia rimangono fedeli alla loro anima isolana ecco perché scelgono la Sardegna come destinazione. Ma non solo, grazie anche alle numerose tratte marittime presenti tra le due isole, spostarsi da una costa all’altra non è mai stato così semplice. Certo è che noi italiani non possiamo mai rinunciare al buon cibo e al vino e la Sardegna risulta perfetta per sperimentare qualcosa di nuovo.

Sebbene la Sardegna sia un’isola, bisogna sapere che la cucina tipica si concentra principalmente sulla carne insieme a vari tipi di pasta, formaggi e dolci. Tuttavia questo non esclude dalla tavola il pesce, che però viene cucinato principalmente nei centri lungo la costa.

Inoltre, anche il settore vitivinicolo è florido, nelle botti più famose dell’isola troviamo un vino bianco che non si sposa perfettamente solo con la cucina marinara, ma anche con piatti a base di carne e formaggi tipici.

Il Vermentino di Gallura

Il Vermentino, è il bianco sardo per eccellenza, ha ottenuto la DOCG in Gallura patria delle rocce levigate dal vento e querce da sughero dove ancora oggi si possono trovare insediamenti rurali tipici, un tempo utilizzati per la transumanza.

Nel comune di Monti si trova una delle cantine più apprezzate che in estate ospita la sagra del Vermentino, ed ecco spiegato perché soprattutto in quel periodo dell’anno c’è un’ampia scelta di traghetti per la Sardegna in partenza soprattutto dalla Sicilia. Una volta arrivati in terra sarda una specialità da non perdere è la favata con lardo, una zuppa di fave, salsiccia, lardo, cavoli e finocchietti da abbinare a questo vino dal sapore delicato.

Non distante da qui c’è Berchidda con il museo del vino che grazie al suo approccio moderno non offre solo la possibilità di fare degustazioni, ma propone anche un vigneto didattico. Berchidda ospita, ogni anno, la rassegna Time in Jazz ed è sempre qui che si può degustare la zuppa berchiddese fatta con pane, ragù di vitella e pecora, formaggio e brodo.

Le terre di Tempio Pausania, tra boschi secolari e vigneti, vantano una specifica produzione di Moscato di Sardegna, spesso spumantizzato, e di Nebbiolo.

Da Alghero all’entroterra logudorese

Per il secondo itinerario ci spostiamo sulle coste occidentali dell’isola. Ad Alghero, infatti, i piatti sono tipicamente a base di pesce; in questa città di origini catalane si può deliziare il palato con l’aragosta alla catalana.

A Sassari, regine indiscusse della cucina sono le lumache, più precisamente le monzette,ovvero lumache dal guscio scuro. Vengono cotte in un tegame o in una padella forata, ma nel territorio circostante si possono provare anche bollite e poi soffritte.

Dal maialino arrosto in Barbagia fino al pesce di Olbia

Il piatto nazionale sardo è sicuramente il porceddu, ovvero il porcetto arrosto, a Nuoro si possono trovare sapori molto forti ma tutti genuini. Il maialetto in questo caso non supera mai gli 8 kg e viene cotto sul girarrosto su fuoco a legna e viene condito solo con il sale. Il vino da prediligere con questo piatto è il Cannonau di Sardegna.

Verso Est, a Dorgali, è d’obbligo passare per provare il tradizionale pane carasau condito con pomodorini e pecorino sardo. Per chiudere in bellezza questo terzo e ultimo itinerario risaliamo verso Olbia per assaporare i piatti a base di cozze, perfette da degustare con le linguine.

Tra i dolci di questo percorso non possiamo certo tralasciare le tiliccas, dolcetti realizzati con una sottilissima pasta sfogliache in questa zona della Sardegna sono farcite con il miele e le mandorle

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