La nota della Srr con cui il commissario Ettore Ragusa ha sospeso le procedure di passaggio del personale di Messinambiente alla società che poi li trasferirà alla MessinaServizi ha scatenato un tutti contro tutti.
In quella nota emerge che in queste settimane, nonostante i ripetuti solleciti, Messinambiente non avrebbe prodotto tutti i documenti relativi ai lavoratori necessari per le operazioni di trasferimento. Ma il liquidatore di Messinambiente non ci sta.
«Ognuno si assume le proprie responsabilità e io declino quelle degli altri. Si sta cercando di costruire un percorso, ognuno faccia la sua parte e se qualcuno non è in grado di andare avanti non può certo pensare di scaricare la propria incapacità sugli altri. La nostra procedura è chiara e prevede l’affitto ramo d’azienda, così come è stato stabilito con il concordato fallimentare. Sono procedure facili» dice Calabrò che rigetta totalmente qualsiasi attacco sull’operato della società in tutto questo iter.
«Ricordiamo a tutti che è stata Messinambiente a creare il “modello Taormina”, trasferendo tramite Srr alla Mosema i lavoratori del cantiere di Taormina. Gli attori erano gli stessi, l’unica differenza rispetto a oggi è la società ricevente che in questo caso è MessinaServizi. Quella procedura l’abbiamo risolta in una settimana».
Modello Taormina che in effetti poi è stato replicato anche per gli ex lavoratori Ato3. Dunque qual è davvero l’inghippo? Calabrò spiega che come prima cosa ci doveva essere una convocazione di tutti i soggetti al tavolo dell’Ispettorato del Lavoro. In quella sede si doveva dare il via alle procedure. Ma così non è stato. «Oggi si sospendono le procedure, ma ufficialmente quando sono state aperte?» ironizza Calabrò che però assicura di aver consegnato alla Srr i documenti diventati oggetto del contendere.
C’è poi anche un altro aspetto che si ritrova tra la fitta corrispondenza che in questo ultimo mese vi è stata tra Srr, Messinambiente e MessinaServizi. Il 10 ottobre scorso l’amministratore unico di MessinaServizi, Beniamino Ginatempo, comunicava all’amministrazione comunale che la neo società non era in grado di rilevare i servizi di igiene ambientale per difficoltà burocratiche relative all’applicazione dell’attuale quadro normativo che presenta tante contraddizioni. Difficoltà nel trasferimento di mezzi, assets, impianti e ovviamente lavoratori. Nota che ha messo in allerta Messinambiente che attendeva, tra l’altro, di definire con tutti gli attori le attività per il transito del personale in un tavolo all’Ispettorato del Lavoro.
«Stiamo assistendo ad una polemica gratuita che altera la realtà, la società se è collaborata farà la sua parte. Se non ci aiutano però andrò avanti per garantire il lavoro che Messinambiente deve svolgere, se non troviamo rispondenza vedremo che succederà. La pazienza è finita. Se per qualcuno questa è una questione politica non è un problema mio».
Francesca Stornante