300 mila euro in meno rispetto allo scorso anno. E’ questo il risparmio che l’amministrazione Accorinti è riuscita a centrare nella gestione dei rifiuti. Una cifra ancora molto bassa, lontana dagli ambiziosi obiettivi che guardano ad un nuovo sistema di gestione e che l’assessore Daniele Ialacqua puntava a raggiungere. Il nuovo corso dato a Messinambiente non riesce ancora a mettere sul piatto risultati economici tangibili. I risparmi di 3 milioni di euro di cui ha spesso parlato il liquidatore Alessio Ciacci alla fine incidono poco o nulla nel costo totale che i messinesi si troveranno a pagare con la Tari. Sono sicuramente serviti a migliorare i servizi e la gestione operativa della società, ma alla fine i numeri dicono che la spazzatura messinese costa ancora troppo. La cifra inserita nel piano finanziario 2015, impalcatura su cui sarà costruita la prossima tassa rifiuti, ammonta a 41.622.863,66 euro, contro i 42.009.692,60 euro della Tares e i 41.953.644,80 euro della Tari 2014. Quest’anno però a questa cifra che indica i costi del servizio di igiene ambientale si aggiungeranno ulteriori 931.926,38 euro che il Comune deve tirar fuori per far partire il progetto di porta a porta cofinanziato dalla Regione. Lo stanziamento di questa somma dovrà passare prima in Consiglio comunale, intanto è stato tutto inserito nel Piano Industriale/Finanziario anno 2015 redatto dal Dipartimento Ambiente e Sanità con il supporto tecnico dell’Ato, piano che prevede un costo complessivo dei costi di esercizio e di gestione integrata dei rifiuti al netto dei ricavi Conai di 42.554.790,04 euro. Alla fine dunque il piano finanziario 2015 supera addirittura quello della discutissima Tares e a questa somma mancano ancora circa 2,5 milioni ulteriori per alcune spese aggiuntive, come gli sconti per i cittadini virtuosi.
La Tari 2015, che sfiorerà probabilmente i 45 milioni, sarà una tassa rifiuti più cara e sicuramente più indigesta rispetto a quelle degli ultimi due anni. L’assessore Ialacqua spiega che la causa risiede nelle criticità non ancora superate: costo della discarica di Motta, costo incomprimibile del personale, mancanza di impiantistica che non consente di avviare una differenziata a pieno regime. Bisognerà vedere però quanto i messinesi saranno disposti ad accettare queste giustificazioni.
Per capire come si compone il Piano finanziario è necessario andare a esaminare tutti i numeri che raccontano il pianeta rifiuti messinese. Iniziamo l’analisi dai “costi servizi igiene ambientale” che ammontano in totale a 41.622.863,66 euro. Sotto questa voce vengono inseriti i “servizi standard” e vediamo che si spende: 7.834.969,39 euro per raccolta dei rifiuti stradale; 8.981.291,19 euro per spazzamento manuale e meccanizzato; 1.165.573,82 euro per pulizia fiere e mercati; 823.676,58 euro per gestione della piattaforma di Pace; 1.285.925,04 euro per le discariche abusive e l’amianto; 2.534.679,18 euro per trasporto, trasferenza e discarica. Totale: 22.626.115,20. Una cifra praticamente identica rispetto al 2014.
Continuando a scorrere i numeri si passa poi ai “costi di gestione della raccolta differenziata” e si scopre che costa alla città 4.694.979,10 euro, cioè 200 mila euro in più rispetto allo scorso anno. Nel dettaglio si spende ad esempio 263.764,42 euro per la raccolta differenziata di carta e cartone presso le utenze domestiche e commerciali e 1.184.950,68 per la raccolta differenziata selettiva imballaggi di cartone, un settore in cui il costo è cresciuto evidentemente per la precisa scelta di Messinambiente di puntare su questo fronte per entrare nel circuito Comieco che proprio in questi giorni fa tappa in città con il PalaComieco. Raccogliere plastica e alluminio costa 146.355,67 euro, gli imballaggi in vetro 47.155,01 euro, mentre la raccolta dell’umido presso le utenze commerciali 632.716,32 euro. Per la gestione delle isole ecologiche la spesa ammonta a 1.636.585,54 euro, registrando un piccolo aumento di 200 mila euro rispetto al 2014, segno che si continua a potenziare i centri che continuano ad essere usati sempre più dai messinesi, grazie all’incentivo dello sconto sulla tassa rifiuti. Altri 749.543,85 euro vanno per la raccolta di ingombranti, 33.907,62 euro per i rifiuti pericolosi.
La seconda tabella indica invece i “costi di gestione dei rifiuti + ulteriori servizi” e vediamo che si prevedono 10.703.557,15 per lo smaltimento dei rifiuti, dunque tutte quelle spese che riguardano i costi della discarica. Poi c’è l’Ato 3 che continuerà a rappresentare un costo nella gestione dei rifiuti fino a quando la Regione non deciderà di chiudere definitivamente questo capitolo per passare al nuovo sistema delle Srr. Resta uguale il costo della struttura Ato 3 che si attesta sui 904.551,82 euro, ma diminuisce di oltre 700 mila euro il budget destinato all’Ato per la manutenzione delle ville e delle aree a verde, che passa da 1.746.021,96 euro nel 2014 a 1.006.069,01 euro nel 2015.
In tutto questo quadro ancora una volta spicca il costo del personale impiegato nei servizi di igiene ambientale supera i 18 milioni di euro.
Per sapere con certezza quanto costerà la tassa rifiuti 2015 si dovrà attendere il piano tariffario. Questi numeri però sono la base della Tari che i messinesi pagheranno nei prossimi mesi. Con buona pace di chi ancora aspetta una netta inversione di tendenza anche sul piano dei costi.
Francesca Stornante