Cari amici sindaci,
Prima di voi ho svolto il duro lavoro di sindaco in una città fra le più difficili della Sicilia, sobbarcandomi quotidianamente i problemi della mia comunità, portando avanti una politica di forte risanamento e di rilancio di una città che era stata devastata. In quegli anni quantunque io mi sforzassi, non riuscivo ad avere alcuna interlocuzione nè con il governo regionale nè con quello nazionale, sul problema dell'acqua, dei rifiuti, sulla programmazione europea, sul taglio delle risorse. Me la sono cavata da solo stringendo i denti e tirando dritto, senza inalberarmi in conflitti con le altre istituzioni.
Ancora oggi io mi considero sindaco, sindaco di una comunità più vasta che moltiplica i problemi delle 380 città siciliane. Da quando mi sono insediato, ho aperto un dialogo vero e sincero proprio con le città della Sicilia.
L'istituzione delle città metropolitane e dei liberi consorzi, rappresenta l'idea di costituire una democrazia nuova basata proprio sul protagonismo dei sindaci, i rappresentanti più diretti delle comunità. Ma i consorzi e le città metropolitane non sono stati gli unici aspetti di una politica di vero decentramento. Voglio ricordare che oggi i comuni possono gestire da soli il servizio di raccolta rsu, abbiamo autorizzato la costruzione di nuove discariche pubbliche, superando quella politica centralista degli Ato e delle stesse Srr e consentendo soprattutto ai piccoli comuni di cominciare ad attivare le politiche virtuose di gestione. Gli Ato e la gestione privata delle discariche infatti negli anni hanno causato spaventosi sistemi di indebitamento ai comuni.
Siamo intervenuti nell'anno e mezzo della mia amministrazione anche per sorreggere i comuni in diffcoltà finanziaria per i debiti accumulati con gli stessi Ato. E' mia intenzione, insieme al nuovo assessore all'Energia, dare ulteriore impulso in materia di decentramento dei servizi idrici e dei servizi legati alla gestione dei rifiuti, consentendo così a tutti di poter avviare le politiche più corrette per il proprio comune. Così come all'interno della legge che prevediamo sui liberi consorzi, vogliamo snellire tutte le autorizzazioni per trasferire più potere decisionale ai comuni. Su tutto ciò dobbiamo tracciare una nuova linea attraverso un rapporto di collaborazione.
Il ritardo, ormai superato per mia decisione, del pagamento ai comuni della 4 rata del 2013 e della prima del 2014, sono state legate alle difficoltà di 41 comuni siciliani che avevano chiesto un'anticipazione alla Regione per il pagamento dei debiti con gli Ato e che non hanno versato le somme. Su questo stiamo intervenendo attraverso una legge specifica, che permetterà la dilazione dei pagamenti in dieci anni. Negli stanziamenti delle spese correnti abbiamo mantenuto gli impegni degli anni precedenti e rafforzato finanziamenti nei confronti dei piccoli comuni, fortemente in difficoltà. Mancano una serie di risorse al titolo II ed è intendimento del governo rimpinguare con la manovra complessiva di variazioni di bilancio, che verrà proposta dopo l'approvazione del rendiconto finanziario, che per la prima volta dopo diversi anni registrerà un attivo di circa cento milioni di euro. Cari amici, siamo insieme tutti rappresentanti delle istituzioni e insieme dobbiamo trovare soluzioni e uscire dal baratro profondo in cui è stata trascinata la Regione negli anni.
Il bilancio del 2013 registrerà un avanzo di 100 milioni, ma quello del 2012 ha rendicontato un passivo di un miliardo di euro, quello del 2011 di ben 2 miliardi. Tali passività hanno determinato l'eliminazione del fondo rischi per i debiti. Lo sforzo che noi abbiamo fatto in questo anno e mezzo è di mettere a posto i conti. Nel 2013 abbiamo fatto tagli per un miliardo e mezzo di spesa oltre ai tagli straordinari di un miliardo e settecento milioni, mantenendo la solidarietà sociale e il welfare, allargando il patto di stabilità a favore dei comuni e cercando di non penalizzare assolutamente le comunità locali. Voglio ricordare anche l'approvazione dei progetti straordinari per i cantieri di servizio, il rilancio di investimenti in infrastrutture per 1,5 miliardi, il piano straordinario per scuole e asili, il piano giovani, le zone franche e tante altre cose.
Ritengo che il mio sia stato in assoluto il governo più vicino ai sindaci dell'ultimo decennio. Solo che la bacchetta magica non esiste e per risolvere i problemi della Sicilia dobbiamo assolutamente risanare e riqualificare la spesa. A questo sforzo siamo chiamati tutti, attraverso le politiche di spending review, di lotta all'evasione, di rilancio produttivo e di ripresa, che cominciamo comunque a registrare. In questi ultimi tre mesi, pur avendo registrato una disponibilità al dialogo e al confronto della maggior parte dei sindaci, mi sono visto di fronte a una tendenza pan sindacalista di una piccola minoranza, come se la Regione fosse una sorta di padrone a cui fare la lotta. Nessuno mi ha chiesto un incontro, ma qualcuno ha continuato a chiedere commissariamenti, come se oggi un commissariamento potesse risolvere i problemi e non invece aggravarli. Voi sapete bene cosa sono i commissariamenti per i comuni, la morte civile per i comuni stessi.
Noi dobbiamo farcela tutti insieme e sono convinto che ce la faremo, attraverso una politica di dialogo e coesione, sapendo che in Regione c'è un sindaco che capisce bene i problemi dei comuni e vuole risolverli. Così come sono convinto che tutti i sindaci sanno che per risolvere i problemi delle loro città, si devono risolvere i problemi della Sicilia. Le questioni sono tutte legate, non esistono scorciatoie, insieme affrontiamo il rilancio con riqualificazione della spesa e rigore. La nuova programmazione 2015/2020 deve essere fatta insieme ai sindaci, sappiamo tutti delle difficoltà che a volte hanno gli enti locali nella rendicontazione della spesa comunitaria, dobbiamo creare un meccanismo virtuoso che consenta l'utilizzo pieno delle risorse europee e statali assegnate a regioni e comuni, come fatto nel 2013, poichè da questo meccanismo, dall'utilizzo pieno di tali fondi si lega in parte lo sviluppo della Sicilia. Tale sviluppo però non potrà intervenire se le istituzioni confliggono, dobbiamo superare tutti la logica del vertenzialismo, per abbracciare quella della collaborazione e della coesione. Da lì e solo da lì può nascere una nuova Sicilia. Vi ringrazio per la collaborazione che avete dato sin ora e quella più intensa che potremo sviluppare nei prossimi giorni.
Con amicizia,
Rosario Crocetta