PATTI – Sono fuggiti dalla guerra, mentre il loro mondo di sgretolava. Sui Nebrodi hanno trovato un posto sicuro, una casa, una famiglia, per continuare a vivere come bambini, in sicurezza, andare a scuola, giovare e crescere coi coetanei. Adesso per loro è tempo di tornare a casa, per chi può ricongiungersi con la propria famiglia.
E’ così che lo scorso 2 giugno, con un volo partito da Catania e diretto a Varsavia, la Caritas Diocesana di
Patti ha predisposto il rientro in patria, in accordo con le autorità, dei 9 minori ucraini e di un’accompagnatrice accolti temporaneamente sul territorio della Diocesi nell’ambito del progetto
“Nebrodi casa d’Europa”, realizzato interamente con risorse diocesane.
I ragazzini erano arrivati in Italia lo scorso 12 dicembre, sono stati ospitati da famiglie di Galati Mamertino, San Salvatore di Fitalia, Brolo e Capo d’Orlando. Quattro minori che erano stati accolti
precedentemente da alcune famiglie brolesi, nell’ultimo mese di permanenza in Italia, sono stati
ospitati presso la casa d’accoglienza “Sacra Famiglia” di Patti.
“Sono trascorsi poco più di sei mesi da quella notte in cui ciascuno di noi ha fatto la sua parte in questo progetto di accoglienza temporanea, mesi in cui i bambini hanno frequentato le nostre scuole, giocato nelle nostre piazze, partecipato alle nostre vite, mesi in cui lontani dagli orrori della guerra hanno potuto trascorrere un periodo di pace e serenità. Gli stessi genitori, che ce li hanno affidati, ci hanno chiesto di far rientrare i piccoli a casa e il nostro desiderio è quello che ogni famiglia possa essere nuovamente riunita”, spiega Don Leonardo Maimone, direttore della Caritas di Patti, che ringrazia le famiglie, i sindaci, l’assessore di Galati Mamertino Rosella Vicario, l’avvocata Alessandra Milio, i parroci e gli operatori delle Caritas parrocchiali, le suore della Sacra Famiglia di Patti e quanti a vario titolo hanno contribuito alla realizzazione del progetto.