Il viso ha tradito l’emozione di chi dentro il Palazzo era abituato ad andarci a reclamare e a rivendicare diritti calpestati. Oggi, Renato Accorinti è entrato a Palazzo Zanca da sindaco e quando ha varcato la porta della Sala Consiglio per la proclamazione era teso in volto ed emozionato come poche volte lo si è visto . Ad inneggiarlo dalla tribunetta e dall’Aula tantissimi sostenitori che anche questo pomeriggio hanno assediato il Comune, trasformatosi negli ultimi due giorni da teatro di mille proteste a grande salone delle feste, dove si intonano cori e si respira un entusiasmo generalmente sconosciuto a quei corridoi. Ma la forza di Renato Accorinti è anche questa e persino il magistrato Giuseppe Bonfiglio ha dovuto arrendersi all’atmosfera da stadio, nonostante i tentativi di riportare tutto ad un clima più istituzionale e più convenzionale.
Alle 19,10, al momento della proclamazione, è partito un lungo fragoroso applauso accompagnato dal grido: “Renato, Renato”. Compiuto quello che il magistrato dell’Ufficio elettorale centrale aveva definito un atto tecnico ma che in realtà è stato vissuto come una incoronazione a cui inneggiare, Accorinti si è spostato in quella che da oggi sarà ufficialmente la sua stanza. Ad accoglierlo il commissario straordinario Luigi Croce, che aveva assistito anche alla proclamazione in Sala Consiglio e con cui c’è stato il passaggio di consegne e della fascia tricolore. Il sindaco Renato l’ha indossata sopra la maglietta No Ponte arancione e restando scalzo, per non perdere il contatto col terreno e la realtà.
Nel giorno della sua proclamazione e del suo insediamento, Accorinti ha deciso di non cambiare “look” come forse qualcuno si aspettava, pur consapevole che, adesso, il suo ruolo sarà un altro. A chi gli ha chiesto se sente la responsabilità di quella fascia tricolore ha risposto senza incertezza: «E’ una responsabilità enorme, per me le istituzioni sono sacre. E lo dico da anarchico». Accorinti non ha paura della sfida che sta per affrontare e neanche della drammatica situazione economico-finanziaria del Comune di Messina: «Mi spaventa il default culturale e spirituale, quello economico non mi preoccupa». L’obiettivo da raggiungere è ambizioso per una città generalmente apatica: «Dobbiamo cambiare tutti insieme, altrimenti in 9, io ed i miei assessori non riusciremo a fare nulla. E’ necessaria la partecipazione» Il primo atto che compirà da sindaco? «Abbattere la barriera di vetro all'ingresso, che è servita a creare una distanza tra i cittadini e le istituzioni» .
E’ serio e concentrato il sindaco professore quando risponde alle domande dei giornalisti, ma viene fuori la sua spontaneità quando gli viene chiesto di annunciare il momento in cui nominerà formalmente i suoi assessori: «Non mi fare sta domanda tecnica, io sono in mezzo a una strada» , è la risposta che ha fatto ridere tutti i presenti. Assessori compresi. E, a proposito di assessori, nel pomeriggio il professore Signorino, vice-sindaco designato con delega al bilancio e allo sviluppo economico, ha incontrato ,insieme ad Accorinti , Croce , i suoi esperti ed i revisori dei conti per discutere ovviamente dello stato delle casse comunali.
Adesso la gestione finanziaria dell’ente è nelle mani della nuova amministrazione comunale, la centosedicesima dall’Unità d’Italia. In bocca al lupo sindaco Renato!
Danila La Torre