Assolto da tutte le accuse. E’ questa la decisione del Collegio della II sezione penale del Tribunale per Cateno De Luca, neo eletto all’Ars, ai domiciliari da due giorni per altre vicende.
In prima fila, in aula, De Luca ha accolto il verdetto non risparmiando l’emozione, accanto ai difensori Carlo Taormina e Tommaso Micalizzi.
Ad ottobre del 2016, alla fine del dibattimento, la Procura aveva chiesto per lui la condanna a 5 anni per tentata concussione e falso in atto pubblico, reati ambientali e abuso d’ufficio. Nel dettaglio è stato assolto dal falso e dall’abuso, mentre l’accusa di concussione è stata derubricata in tentata concussione ed è prescritta.
Tra dichiarazioni spontanee fiume del principale imputato, coups de théâtre, ricusazioni e rinvii, la sentenza è arrivata dopo un anno durante il quale non sono mancate le schermaglie tra lo stesso De Luca e l’Accusa, rappresentata dai Pm Vincenzo Barbaro, oggi procuratore generale, e il sostituto Liliana Todaro, titolare del caso sin dall’inizio.
I fatti contestati riguardano i il periodo 2004-2010: De Luca era sindaco di Fiumedinisi e, secondo l’ipotesi accusatoria, avrebbe stravolto il contratto di quartiere – lo strumento urbanistico di applicazione del Prg – per favorire le imprese edilizie di famiglia. Al centro della vicenda, in particolare, la realizzazione di un albergo, la cui costruzione venne bloccata dai sigilli, rimossi lo scorso luglio. L’arresto arrivò nel 2011, mentre De Luca era deputato Ars. Dopo un mese il Tribunale del Riesame rievocò i domiciliari ma le accuse ressero e si andò a processo.
De Luca tornerà a Palazzo di Giustizia già domattina, per l’interrogatorio di garanzia col giudice Monia De Francesco.
Cadono le accuse anche per tutti gli altri imputati. Il Tribunale ha adottato motivazioni diversificate a seconda delle singole posizioni, dichiarando prescritti i reati ambientali. Di fatto tutti vengono comunque scagionati.
L’accusa aveva invece sollecitato le condanne a 4 anni per il fratello Tindaro, 2 anni per il funzionario comunale, Pietro D’Anna, un anno e 7 messi per Gregorio Natale Coppolino, 1 anno e 4 mesi per il vice sindaco Grazia Rasconà, 1 anno e 2 mesi per Giuseppe Bertino, Paolo Crocè, Carmelo Crocetta, Giuseppe Giardina, Antonino Cascio e Salvatore Piccolo. Il Pm aveva sollecitato le prescrizione per i componenti della commissione edilizia: Renzo Briguglio, Angelo Caminiti, Roberto Favosi, Fabio Nicita, Francesco Carmelo Oliva e Carmelo Satta.