I no-vax non ci stanno. Vogliono essere rappresentati mediaticamente; pretendono d’essere “visibili”, nelle loro battaglie.
La goccia che ha fatto traboccare il vaso – a sentir loro – è la decisione di consentire spostamenti in treno soltanto ai passeggeri muniti di Green Pass.
Di qui, il rapidissimo ma assai capillare allestimento di una protesta, promossa per il primo pomeriggio di mercoledì prossimo primo settembre.
La manifestazione, che si va articolando in queste ore, in brevissimo arco di tempo è diventata virale.
Per le 14,30 ci si radunerà davanti agli ingressi di decine d’importanti stazioni ferroviarie italiane. Mezz’ora dopo, nelle intenzioni dei promotori, le stazioni saranno occupate – e non “simbolicamente” – fino alla sera.
Non simbolicamente, nel senso che la volontà della rete dei no-vax è d’impedire – in modo, inutile sottolinearlo, non legittimo – ogni partenza durante le ore dell’occupazione.
Assai chiaro, in questo senso, lo slogan: «Non ci fanno partire con il treno senza il Passaporto Schiavitù? Allora, non partirà nessuno!». Laddove il “Passaporto Schiavitù”, evidentemente, sarebbe proprio il Green Pass.
Una manifestazione che sfoggia dunque profili del flash-mob (informalità, organizzazione “al volo”) e del sit-in (lunghezza del presidio). Un presidio, ci tengono a chiarirlo anticipatamente gli organizzatori, che sarà «organizzato dal popolo, autogestito, pacifico».
…E sul canale Telegram “Basta Dittatura!”, seguito da circa 38mila utenti del social network, è presente l’elenco completo delle città “aderenti”. Le città, cioè, le cui stazioni ferroviarie godranno delle particolari “attenzioni” da parte dei no-vax organizzati.
Nel mirino, su scala nazionale, metropoli come – in ordine alfabetico – Bari, Bologna, Firenze, Genova, Milano, Napoli, Roma, Torino, Venezia/Mestre.
Presenti anche il territorio metropolitano reggino e altri angoli della Calabria.
In àmbito metropolitano, si va da Reggio Calabria a Villa San Giovanni (entrambi snodi ferroviari importantissimi, peraltro).
Interessati poi il crocevia calabrese su strada ferrata per antonomasia, Lamezia Terme (nel Catanzarese) e Vibo Valentia-Pizzo Calabro. In provincia di Cosenza, saranno presidiate Scalea e un altro proverbiale scalo ferroviario come Paola.