Sono cinque gli scafisti individuati ed arrestati ieri dagli agenti della Squadra Mobile a poche ore dallo sbarco in città degli oltre 200 migranti soccorsi a sud di Malta dalla nave mercantile “Ocean Destiny” e poi fatti scendere al molo Colapesce.
Si tratta di Ahmed Elkhoudairi, marocchino di 47 anni, Taher Dorai, tunisino di 58 anni, ed i tre sudanesi Sadam Kinda, di 19 anni, Ibrehim Salah Mohammed, di 31 anni, Abu Obaida Kinda, di 31 anni, tutti sottoposti a fermo e ritenuti responsabili del reato favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Su disposizione del Sostituto Procuratore Rende, i cinque scafisti sono stati portati a Gazzi.
Sono stati gli stessi migranti a raccontare il terribile viaggio cominciato nella costa di Juliana di Bengasi. Secondo le loro testimonianze, i cinque uomini hanno condotto lo scafo per tutta la traversata, ciascuno di loro impegnato con compiti ben precisi. Ad ogni profugo, per la traversata, veniva richiesto il pagamento di circa 1500 dollari (2000 dinari libici). E’ solitamente questo, difatti, il prezzo che ogni uomo, donna o bambino, deve versare per intraprendere il viaggio di fuga dalla guerra o, talvolta, il viaggio verso un futuro migliore.
Tutti i migranti sbarcati ieri, invece, sono stati portati dapprima nella tendopoli del Palanebiolo dell’Annunziata per le operazioni di identificazione e poi smistati nelle varie strutture, tra cui l’ex caserma di Bisconte. Molti di loro, soprattutto le famiglie siriane e palestinesi che scappano dalla loro terra devastata da guerra e morte, hanno invece proseguito il loro viaggio verso nord. L’Italia, per loro, è solo un momento di passaggio, una terra di transito verso il Nord Europa. Talvolta, queste intere famiglie, raggiungono altri familiari già fuggiti via da Damasco e dintorni, talvolta, invece, salgono su un treno o su un pullman in direzione Germania o Svezia, consapevoli che là, comunque vada, troveranno accoglienza ed opportunità migliori di quelle che possono offrire il nostro Paese.