Per alcuni si è portato avanti con il lavoro sin dalla campagna elettorale, altri sono finiti nel mirino dopo, numerose sono le new entry mentre per altri ancora le invettive sono a rotazione. Ormai se non finisci in uno dei suoi post su facebook non sei nessuno, non sei “cool”. Nel campo degli attacchi social fa tutto da solo, individua il nemico di turno, lo attacca, appicca il fuoco, alza i toni, affibbia nomignoli, affonda colpi. Poi fa pace, invita (sic…) ad abbassare i toni, si stupisce se quello replica o qualcuno lo difende. Poi si dimentica del bersaglio di turno e va alla lettera successiva dell’elenco. Ci litiga, si riappacifica, e così via all’infinito. Ogni tanto si confonde e si chiede “ma a questo l’ho già ‘nciuriato o è una new entry?”.
L’elenco in ordine alfabetico l’ha già ripetuto due volte. Proviamo, ad occhio a citare alcuni dei suoi bersagli social o nei comizi, ma sicuramente ne dimenticheremo tanti…
DALLA A DI ACCORINTI ALLA Z DI ZUCCARELLO
In principio fu “Pracidino” (Bramanti) e quelli della seduta spiritica (Germanà, Genovese), poi gli altri candidati sindaco Saitta, Accorinti , Sciacca. Durante il ballottaggio ci mise Miccichè, Musumeci, i leader 5stelle, Navarra, Elvira Amata.
Una volta eletto andarono in soffitta gli altri candidati sindaco almeno per un paio di mesi, per dedicarsi al resto del mondo. Se Accorinti sin dall’elezione puntò il dito su #quellicheceranoprima, De Luca sin dall’insediamento addita #quellichenonsonoio, praticamente il mondo intero.
PALAZZO ZANCA: Si va dalla A degli “attacchini” (scomparsi da anni al Comune) alla D di dirigenti (intere filippiche) alla I di impiegati fannulloni & affini. Tra comizi, blitz alle prime luci dell’alba vicino ai badge e nelle pause nei pressi delle macchinette del caffè, comizi di fuoco, post e piante organiche pubblicate su facebook, per mesi De Luca è stato il terrore del dipendente pubblico di qualsiasi ordine e grado. Per dirla alla Salvini il grido di guerra di De Luca è “la pacchia è finita”. Non ha risparmiato neanche i lavoratori delle Partecipate con particolare attenzione per l’Atm (interinali e ZTL compresi) e per Messinambiente. Nell’occhio del ciclone anche i dirigenti di alcuni dipartimenti, che sono stati spostati dopo decenni di “impero solitario”. I dirigenti sono spesso definiti “padroni del pastificio”. A proposito di ruoli dirigenziali l’ex Dg di MSBC Iacomelli e l’ex Dg e presidente Atm Foti sono stati i più gettonati. Ai ferri corti anche con l’ormai ex comandante dei vigili urbani Ferlisi.
Fuori da Palazzo Zanca nel mirino sono finiti ambulanti, incivili, interinali, quanti non rispettano le regole.
SINDACATI: Per mesi e mesi la Uil e la Cgil sono stati i suoi bersagli preferiti, dipinti come un mix tra la Banda Bassotti, un movimento d’incendiari e la setta dei figli di Satana. Mastroeni e Tripodi sono rimasti al primo posto nella top ten per settimane, insidiati da Barresi. Post dedicati anche per il Siulp e Gemellaro.
POLITICA: Non basterebbero 200 pagine per elencare tutti quelli che sono finiti in uno dei post mattutini di De Luca. Da Accorinti e i suoi sodali, con post personalizzati per Cacciola, Signorino, “l’assessore De Cola Coca Cola”. Mentre Sciacca e Bramanti passavano in secondo piano è ritornato alla ribalta nei post Saitta, insieme a mezzo Pd, da Starvaggi a Navarra e De Domenico, con frecciate a Gaetano Gennaro e negli ultimi tempi un vero e proprio fuoco di fila verso Alessandro Russo. Messaggi “d’amore e dispetti” con Antella Russo, mentre Massimo Rizzo è spesso nei post in coppia con qualcun altro. I 5stelle sono per lo più nelle invettive di gruppo, perché il bersaglio preferito è Alessio detto Villarosa. Non sono mancate stilettate ad Andrea Argento e ad “Al Bano e Romina” al secolo Antonio De Luca e Valentina Zafarana. In generale i consiglieri comunali sono passati dallo status di asini (volanti come il tram) a “water” con una serie di fasi intermedie. Persino La Tona che ha provato a fare da pompiere è finito nel mirino, così come il serafico presidente Cardile. Se un ex prova a dire la sua diventa un “morto che parla” o finisce tra i cattivi. In provincia proverbiale è stato lo scontro con il sindaco di Rometta Nicola Merlino. In corner è finito in un post anche l’ex consigliere comunale Daniele Zuccarello, consentendo così a De Luca di completare anche l’elenco alfabetico.
In ordine sparso sono finiti nella top ten delle invettive anche il vice presidente della Regione “Armao-Meravigliao”, l’assessore Bernadette Grasso, l’ex ministro Saverio Romano, il sindaco di Palermo Leoluca Orlando con tutta l’Anci.
Ma… to be continued…. Del resto siamo solo al primo anno di mandato….
Rosaria Brancato