MESSINA – Una parte importante del programma del sindaco Cateno De Luca è dedicata alle infrastrutture strategiche. Dopo un anno, però, qualcosa è già cambiato. C’era l’eliminazione del tram e la costruzione della monorotaia volante, progetto abbandonato perché anche l’amministrazione ha dovuto ammettere che non era conveniente. C’era la chiusura dell’Amam e l’eliminazione dell’acquedotto del Fiumefreddo con la realizzazione di fonti più vicine, ora invece è stato previsto un finanziamento proprio per il Fiumefreddo.
C’era poi l’eliminazione delle baraccopoli, obiettivo impossibile da raggiungere dopo solo un anno, anche se il sindaco aveva provocatoriamente sbandierato la data dello scorso 31 dicembre. Ad oggi, le uniche operazioni concluse sono quelle di Camaro Sottomontagna e Annunziata Matteotti, progetti avviati anni fa, per i quali bisogna ancora procedere allo sbaraccamento. E’ stata creata l’ArisMe (Agenzia risanamento Messina), come da programma, ma l’operazione di acquisto di nuovi alloggi sul mercato procede a rilento. Il nuovo obiettivo è di acquistarne 500 entro fine anno. Le baracche sono tremila, ma anche solo consegnare 500 nuove case sarebbe un grande risultato, staremo a vedere.
Le buone notizie, su questo fronte, arrivano dal Pon Metro: erano stati presentati 24 progetti per 83 milioni, ne sono stati ammessi 17 per 62 milioni ma, fino ad agosto, erano stati spesi appena 2 milioni e si rischiava di perdere gli altri fondi. Fino a dicembre, invece, la cifra è salita a 14 milioni e mezzo. Dei 62 milioni finanziati, 13 sono nel settore agenda digitale, 23 per energia e mobilità, 10 per i servizi, 14 per le infrastrutture. Questi ultimi dedicati quasi esclusivamente all’acquisto di alloggi per il risanamento.
De Luca scommette sul ponte sullo Stretto, “noi lo realizzeremo senza se e senza ma” – è scritto nel programma -, ma ovviamente il ponte non lo può mica realizzare il Comune ed il Governo italiano l’ha bocciato ancora una volta.
I progetti del Patto per Messina/Masterplan (29 interventi per 104 milioni, di cui 13 sono alla progettazione esecutiva) sono in gran parte bloccati dal problema dei bilanci delle Città Metropolitane, mentre per altri progetti sicuramente ci vuole del tempo, ma nulla sembra essersi mosso: Museo mediterraneo del mare, riqualificazione e copertura stadi comunali, riqualificazione di Capo Peloro, valorizzazione dei forti umbertini, il kartodromo di San Filippo, nuovo parco nell’area ex Sanderson, piano per le barriere architettoniche, parco Robinson ecc. Idem per Villa Dante, ripulita per la festa di primavera del 1 maggio e ora di nuovo alle solite condizioni, perché manca la manutenzione ordinaria. Qui, almeno, è stata finalmente riaperta la piscina.
Si punta molto, invece, sulla sinergia con l’Autorità Portuale. Le due principali opere pubbliche in corso di realizzazione sono il nuovo porto di Tremestieri e la via don Blasco (nella foto della Medil, la società che la sta realizzando). Per entrambe, l’amministrazione De Luca ha dato il colpo di coda ad un iter che era stato quasi concluso dall’amministrazione Accorinti. L’avvio dei lavori è avvenuto quasi in contemporanea: il 9 novembre per Tremestieri, il 3 dicembre per la don Blasco, praticamente cinque mesi dopo l’insediamento della nuova giunta.
Si parla poi di terminal crociere, la cui gara è stata pubblicata un mese fa ma è compito esclusivo dell’Autorità Portuale, e di altri progetti preliminari che sembrano non aver fatto alcun passo in avanti: la piastra logistica di Tremestieri, la via del Mare (dalla via don Blasco a Tremestieri), la riqualificazione di Maregrosso e la ristrutturazione della Stazione Marittima.
Tra gli obiettivi, un nuovo lungomare dal porto storico fino a Paradiso, con una critica non troppo velata alla precedente giunta: “Basti osservare che fine ha fatto l’area del Ringo per rendersi conto dell’incapacità dell’amministrazione comunale. Trascurata e sporca, con erbacce che dalle aiuole hanno ormai invaso il marciapiede, e con la totale distruzione dei giochi che sono stati, dopo le numerose segnalazioni di pericolo, definitivamente eliminate”. Cioè esattamente ciò che è successo per i primi nove mesi di amministrazione De Luca, fino al 18 marzo, quand’è stata fatta pulizia. Tre mesi dopo è di nuovo in pessime condizioni. Era anche ciò che accadeva con Accorinti: niente manutenzione ordinaria, l’area diventava un disastro fino agli interventi di manutenzione straordinaria, per poi ricominciare da capo.
Dopo un anno, insomma, l’impressione è che tutto proceda come sempre. Si muove qualcosa molto a rilento, nel tempo si avrà qualche beneficio, soprattutto con Tremestieri e don Blasco, ma manca il salto di qualità auspicato, che dovrebbe rappresentare la svolta per Messina.
(Marco Ipsale)