Cultura e spettacoli

Un mare di arte e cultura: tre giorni di concerti all’alba a Furci Siculo, spettacoli serali e storie di emigranti

FURCI SICULO – Concerti all’alba, spettacoli musicali in serata e un incontro per raccontare le storie di furcesi che sono partiti e poi tornati, di chi è sempre rimasto e chi non è ancora tornato.

Un mare di arte e cultura, la manifestazione che si è tenuta a Furci Siculo, dall’1 al 3 agosto è stata questo e molto altro. La tre giorni, ideata da Carmelo Coglitore, saxofonista, clarinettista, didatta, compositore e conductor e giunta alla seconda edizione, è stata infatti l’occasione per portare nel paese, da quest’anno diventato Bandiera Blu, diversi artisti e musicisti da varie parti d’Italia.

Prima giornata: saxofoni e batteria all’alba, banda musicale di Furci e jazz in serata

Artisti che si sono esibiti all’alba in concerti in spiaggia ma anche nella piazza di Furci Siculo. Si è iniziato lunedì mattina con Carmelo Coglitore ai saxofoni e Francesco Cusa, compositore e conductor di fama internazionale, alla batteria, in un concerto che dalle 4.45 fino al sorgere del sole ha incantato chi ha sfidato il sonno e si è goduto la musica e la magia dell’aurora sul mare.

In serata è stata la banda musicale “Città di Furci” insieme a Giuseppe Nicolò musicologo ed esperto di grammofoni, Carmelo Coglitore e Francesco Cusa, con “Jazz back to Grammo” a incontrare il gradimento del pubblico presente. Una performance diversa dal solito, con commento musicale improvvisato dai jazzisti, ha infatti portato nella piazza davanti alla Chiesa della Madonna del Rosario sia chi ama la musica jazz che vari curiosi.

Arpa e fagotto i protagonisti dei concerti della seconda giornata

Martedì 2 agosto è stata protagonista l’arpa di Deborah Ferraro, musicista messinese che fa parte della Filarmonica Laudamo Creative Orchestra, che ha suonato sia all’alba che in serata. In piazza si è esibita insieme ad Antonino Cicero, che suona il fagotto, strumento musicale a fiato ad ancia doppia, appartenente alla famiglia dei legni. Anche questa una performance che ha incontrato il gradimento del pubblico e ha fatto conoscere uno strumento come il fagotto.

Le storie di chi parte e di chi resta nella serata conclusiva

Protagonista ancora la musica nell’alba del 3 agosto con Giovanna Famulari, violoncellista, Giulia La Rosa, cantante jazz e Maurizio Malabruzzi, regista e inventore della trasmissione Agorà che hanno reso anche la terza giornata della manifestazione indimenticabile attirando all’alba in spiaggia oltre un centinaio di persone.

In serata i tre hanno accompagnato, con canzoni conosciute e di loro produzione, il dibattito “Furci nel cuore – storie di chi parte e di chi resta”, ideato da Cristina Maccarrone, giornalista e formatrice originaria di Furci e che vive a Milano, e Carmelo Coglitore. L’idea, come ha raccontato la Maccarrone, era “di rendere protagoniste alcuni professionisti accomunati dal fatto di essere nate a Furci, ma con storie molto diverse tra loro, partendo dal presupposto che ognuno ha una storia. Invece che esaltare solo chi se n’è andato, come me e Carmelo, e come si fa di solito, volevamo dare spazio a chi è partito sì, ma ha anche avuto il coraggio di tornare così come a chi ha avuto il coraggio di restare, senza andarsene mai”.

Gli ospiti della serata non sono stati scelti a caso: Serena Bonura, che svolge attività di ricerca nel campo dell’ecologia e della sostenibilità applicate all’educazione e alla comunicazione e autrice del libro “L’orto dei bimbi” (edizioni AAM Terra nuova) ha aperto il dibattito parlando di economia circolare, orticultura e permacultura oltre che del coraggio, “agire con il cuore”, che ci vuole a tornare. La Bonura ha infatti lavorato per anni per la Provincia di Bologna dove si è occupata di progettazione di servizi educativi per poi arrivare in Sicilia dove lavora al progetto Green Jobs Young e in passato è stata tra i creatori di APE, aula permanente di ecologia a Savoca.

La palla è poi passata a Gianluca Di Bella, primario di Cardiologia dell’ospedale Policlinico di Messina e Professore associato presso l’Università degli Studi di Messina, che ha raccontato com’è arrivato a ricoprire questo ruolo nel novembre del 2020 e i cambiamenti che il Policlinico sta portando avanti.

Di Bella, che ha svolto il dottorato di ricerca al CNR di Pisa, ha anche spiegato la sua scelta di tornare in Sicilia nonostante avesse avuto la possibilità di lavorare lì.

Esperienza fuori confine anche per il nostro direttore Carmelo Caspanello che ha lavorato per cinque anni al Corriere Veneto di Rovigo, e ha messo l’accento su cosa volesse dire fare giornalismo locale in una regione diversa dalla Sicilia e cosa significhi oggi fare giornalismo, non solo in Sicilia, ma in particolare online.

Fabio Raspa, proprietario del Mondadori Point di Furci Siculo e sponsor della tre giorni, ha raccontato la sua vita da librario e come è cambiata negli ultimi anni la promozione dei libri con l’avvento del digitale. Carmelo Coglitore e Cristina Maccarrone, tra il serio e il faceto, hanno raccontato la loro vita rispettivamente a Brescia e a Milano e si sono interrogati sul perché non si riesca a “essere profeti in patria”. “Spesso è più facile condividere le idee fuori dal posto in cui sei nato perché vieni giudicato solo per quello che proponi” ha detto Maccarrone, “ma è bello portare quanto fai in Sicilia e la Sicilia in ogni cosa che fai fuori”.

Carmelo Coglitore ha ricordato quanto sia importante “fare di tutto per trattenere le persone perché chi se ne va, in particolare all’estero, è una perdita economica per tutti”.

Si è poi parlato dell’importanza di essere se stessi, di valicare i propri limiti, ma anche di scoprire il proprio talento e fare di tutto per assecondarlo, come hanno evidenziato anche i musicisti.

Nella parte finale il sindaco Matteo Francilia ha condiviso la sua esperienza di migrante dal Canada alla Sicilia e quel desiderio momentaneo, cui non ha dato seguito, di ritornare in Canada. “Vogliamo che manifestazioni del genere diventino sempre più importanti a Furci Siculo e faremo di tutto per promuoverle”, ha detto.

“Essere se stessi e offrire agli altri ciò che siamo. Questo sono io e ciò che è stato in questi tre giorni ha rappresentato la mia idea di arte, cultura e condivisione della medesima. Che la bellezza autentica, possa accompagnarci, durante il nostro viaggio, nella nostra vita, in questo mondo”, ha concluso Carmelo Coglitore.