È il lunedì più dolce possibile per gli italiani dopo la vittoria ai rigori di ieri sera contro l’Inghilterra nella finale di Euro 2020. Un successo epocale, quello degli azzurri, che ritrovano il titolo europeo dopo 53 anni dall’ultima volta e per la seconda volta nella loro storia. Anche Messina e i messinesi non sono da meno, lo dimostrano i festeggiamenti vissuti nelle strade principali della città fino a tarda notte, tra clacson, trombe, bandiere e canti di gioia. Ma ancora più dolce è il lunedì di chi si sveglia a Londra e dintorni, con il tricolore sul petto e un grande orgoglio nel cuore, dopo aver vissuto una domenica indimenticabile.
Tra loro ci sono anche tanti messinesi, come Ersilia Calabrò e Andrea Di Pietro, fidanzati e a Londra rispettivamente da 7 e 10 anni. Il loro lungo pomeriggio a Wembley non è partito nel migliore dei modi, come ci racconta Ersilia: “Già non era stato semplice acquistare i biglietti, messi in vendita solo il venerdì e con tante fasce di prezzo subito sold out nonostante fossero riservati solo ai tesserati Vivo Azzurro, ma quando siamo arrivati è stato il delirio. Siamo rimasti bloccati fuori dallo stadio a causa di una rissa e nell’attesa alcuni tifosi inglesi ne hanno scatenato un’altra. Io stessa mi sono ritrovata nel mezzo e ho ricevuto un colpo alla testa, ma sto bene per fortuna, anche se ho avuto paura e alla fine siamo riusciti a entrare”. I ragazzi, però, si sono trovati di fronte a uno stadio praticamente tutto inglese: “bisogna equilibrare meglio il tifo, anche giocando in casa loro, dando più spazio ai tanti italiani che vivono in Inghilterra. In più gli inglesi cantavano e ti urlavano in faccia convinti di aver già vinto, alla fine invece abbiamo vinto noi ed è stato bellissimo. Un’esperienza indimenticabile con i suoi pro e i suoi contro, perché se da una parte è brutto uscire dallo stadio con la paura, magari mettendo da parte le bandiere, dall’altra è stato stupendo vivere una vittoria così”. Ed Ersilia e Andrea hanno portato un po’ di Messina anche a Wembley: “Ci tenevo a portare con me la mia città in finale. Io sono stata fortunata a poter essere lì, ma anche se non ci vivo ormai da tanti anni volevo portare il nome di Messina con me. Alla fine ho lanciato la bandiera in campo ed è stata raccolta da Jorginho, è stato bellissimo. È vero che i biglietti costavano molto, ma ne vale la pena perché i soldi lavorando li ritrovi, le emozioni che vivi, invece, sono uniche e restano per sempre. Avevamo un grande sogno, noi italiani, e abbiamo vinto noi: è stata una vera rivolta azzurra in casa loro”.
Diversa ma altrettanto esaltante l’esperienza di Natale Giostra, il messinese inquadrato in tv con la maglia azzurra durante la finale di Wimbledon, persa da Berrettini contro Djokovic. Un lungo pomeriggio per lui e per la moglie Merel, olandese di origini: “La nostra domenica è partita come tutte, con gli allenamenti di calcio dei nostri figli Giulio e Lucian. Poi, dopo averli lasciati con alcuni amici con cui avrebbero passato tutto il pomeriggio, siamo andati in Vespa a Wimbledon e siamo arrivati circa alle 12, in tempo per un picnic all’interno dell’All England Lawn Tennis & Croquet Club. Dopo ci siamo diretti al campo centrale per assistere al match tra Nole Djokovic e Matteo Berrettini ed è stata un’esperienza stupenda. Il bello del torneo di Wimbledon è tutta l’atmosfera che si respira andando in giro per i “grounds” cioè i bellissimi prati e campi del club. Solo passare la giornata lì, anche senza posto in uno degli stadi, è un’esperienza bellissima e un modo piacevole di passare una giornata a Londra”. Poi la corsa a Wembley, per la finale di Euro 2020: “Appena dopo l’ultimo punto e la vittoria di Nole siamo dovuti scappare di corsa per andare a prendere i bimbi per portarli a Wembley a vedere la finale. Quindi alle 18:00 abbiamo lasciato Wimbledon in vespa direzione Barnes, i bimbi ci aspettavano a casa di amici e subito in macchina per andare a Wembley, esattamente dall’altro lato della città! Più di un’ora in traffico ma alla fine alle 19:30 siamo arrivai e i bambini sono rimasti molti colpiti dalla cerimonia, la musica, i fuochi d’artificio, la grandissima coppa ma soprattutto dal rumore, grida e canti dello stadio di Wembley”. Un vero e proprio tour de force lungo le vie di Londra, ma ne è valsa la pena: “Alla fine eravamo esausti! abbiamo aspettato all’interno dello stadio per vedere i festeggiamenti ma anche per far svuotare lo stadio e non finire nella normale confusione post-partita. Eravamo stanchissimi, ma felici dopo una giornata indimenticabile!”.
Le storie di Ersilia e Andrea da una parte e di Natale dall’altra, raccontano esperienze toccanti e totalmente diverse, ma con un comune denominatore: un po’ di Messina anche a Londra, festeggiando la vittoria della nazionale.