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Una gigantesca nube di polvere sahariana sta per invadere i nostri cieli

Con l’arrivo della primavera inizia il periodo in cui i venti africani, come lo scirocco o l’ostro, raggiungono la loro massima frequenza annua. Quest’anno, proprio in coincidenza della Pasqua, oltre al soffio delle correnti africane, assisteremo alla risalita, verso l’Europa, di un enorme nuvola di polvere desertica, pronta a coprire i cieli di buona parte del vecchio continente, proprio a cavallo fra Pasqua e Pasquetta.

Ma quanti sono grandi i granelli di polvere desertica?

La granulometria delle polveri sottili sahariane in arrivo sulla nostra regione varia tra 0.4 e 40 μm (milionesimi di metro). Localmente anche particelle più grandi. Per quanto riguarda la composizione si sono effettuate diverse analisi chimiche delle polveri sahariane dalle quali si vede come prevalgano il silicio, gli ossidi di alluminio, calcio, ferro. Al loro interno si possono trovare anche vari tipi di batteri, che viaggiano con le polveri, in media troposfera.

Ecco la vasta nuvola di pulviscolo desertico che si prepara ad invadere l’Europa secondo la simulazione del modello Skiron dell’Università di Atene.

Come si formano?

Le nuvole di polvere desertiche vengono prodotte da particolari condizioni meteorologiche, che prevedono venti piuttosto forti, con raffiche > 50/60 km/h, su vaste aree desertiche sabbiose. Tali venti intensi sollevano per aria ingenti quantità di polvere e pulviscolo desertico, producendo delle vere e proprie nuvole di polvere, sollevate verso la media troposfera da moti convettivi (correnti ascensionali) che favoriscono uno spostamento su grandi distanze.

Come arriva a depositarsi al suolo (o sulle nostre auto)?

I granelli di polvere desertica, che spesso sporcano le nostre auto e i nostri terrazzi o balconi, si possono depositare al suolo in due modi: tramite la “deposizione umida” e la “deposizione secca”.

Nella “deposizione umida” la gocciolina di pioggia, cadendo per gravità verso terra, assorbe le polveri presenti in sospensione in atmosfera, depositandole al suolo, o sulle nostre auto posteggiate all’aperto, creando delle macchioline di color giallo o marrone.

Nella “deposizione secca” la polvere si accumula sul terreno per sedimentazione, lasciando piccoli accumuli, come capita sul davanzale di una finestra, nei terrazzi, soprattutto negli angoli, o nel tergicristallo della nostra auto.

Fra sabato e domenica attese le massime concentrazioni di polvere in Sicilia.

Le polveri sahariane trasportano nutrienti per le piante?

Diversi studi di letteratura hanno dimostrato come le polveri del Sahara forniscono agli ecosistemi terrestri e marini importanti nutrienti come il ferro che è un micronutriente necessario per la fotosintesi nei produttori primari marini, tipo il fitoplancton e altri batteri marini.

La polvere, abbiamo visto, contiene anche ferro, un nutriente limitante in molte aree dell’oceano, quindi quando la polvere cade nell’oceano, può fungere da fertilizzante per la crescita di alghe o fitoplancton.

Il classico cielo offuscato dalla polvere desertica.

Proprio lo spostamento verso occidente della polvere è stato oggetto di ricerche da parte della NASA che ha scoperto come la foresta amazzonica sia cosi fertile grazie all’arricchimento di fosforo presente nelle nubi di polvere che dal Sahara occidentale raggiungono i Caraibi e l’area amazzonica, dopo aver attraversato l’oceano.

Da non sottovalutare l’impatto sul clima. La polvere riesce ad influenzare l’equilibrio radiativo del pianeta in due modi diversi. Sia in modo diretto, disperdendo e assorbendo la radiazione solare in entrata, sia indirettamente, modificando le proprietà ottiche delle nuvole, esse stesse sono un attore importante nel sistema climatico. Nel bilancio radiativo potrà esserci sia un effetto di riscaldamento sia di raffreddamento in base alla dimensione delle particelle di sabbia e alla quota di arrivo delle stesse.