L’Altipiano dell’Argimusco è una riserva naturale poco distante dal più famoso Bosco di Malabotta. Situato a poco più di 1100 metri sul livello del mare è famoso per essere riconosciuto come un sito archeologico il cui complesso rupestre ha attirato studiosi da tutto il mondo.
Nel periodo storico che stiamo vivendo, con limitazioni sempre più stringenti, l’Argimusco offre la possibilità di evadere dalla città restando all’interno della Provincia e assaporare un buon compromesso tra l’aria di montagna e la consapevolezza di far parte di un qualcosa più grande di noi.
La presenza di rocce simili a megaliti ci fa capire come in passato questo luogo era sfruttato dagli uomini per osservare il cielo e studiare l’astronomia, il movimento degli astri e della Terra. Diventando anche un luogo in cui venivano svolti rituali sacri.
A differenza di Stonehenge però le pietre dell’Argimusco sono naturali e non sono state trasportate da altri luoghi e poste sull’Altipiano. Inoltre, tranne per alcune lavorate dall’uomo, il resto delle pietre sono interamente naturali e hanno assunto la forma attuale grazie all’erosione eolica e alle naturali piogge.
L’Altipiano ha una posizione privilegiata che permette di vedere a Nord le isole Eolie, Milazzo, Capo Tindari. Ma al tempo stesso voltandosi dall’altra parte ci si può lasciar sorprendere dall’imponenza dell’Etna. Un punto panoramico invidiabile per l’Altipiano che si trova al confine tra i monti Nebrodi e i monti Peloritani.
Consigliamo vivamente una passeggiata, magari domenicale, all’aperto e con la possibilità – con pochi visitatori – di respirare l’aria di montagna senza mascherina in compagnia dei propri congiunti. In seguito potremmo anche fermarci a ristorarci presso una della tantissime trattorie della zona, col doppio vantaggio di assaggiare dell’ottima cucina e aiutare i proprietari in difficoltà che dovranno, a causa delle nuove normative vigenti, restare aperti solo a pranzo.
L’Argimusco è sempre aperta e può essere visitata di notte, in modo da sfruttare l’Altipiano come facevano i nostri avi, quale punto astronomico privilegiato. Ma per chi ha meno familiarità con gli astri e preferisce lavorare di fantasia può essere molto divertente scorgere tra le pietre facce, forme e figure che ci ricordano qualcosa.
Alcune sono anche segnalate da un’apposita mappa, appena si entra nel sito, e sono le più evidenti. Possiamo scorgere la roccia che assomiglia ad un’Aquila o ad una testa di Serpente.
Ancora l’Orante, o definita più semplicemente Madonnina, una roccia in cui si intravede una figura pregare a mani giunte. Il Sacerdote, o il Guerriero, perché di profilo sembra ricordare un po’ un elmo. La Torre, guardando verso Nord, probabilmente posta sopra un’antica tomba.
E così via tutte le rocce sembrano ricordare qualcosa ed anche in quella che è definita la Rocca del Leone in realtà sembra di scorgere la testa di un babbuino, senza dimenticare la vista panoramica mozzafiato che ci fa credere di essere su una terrazza che guarda sulla Sicilia Orientale.