“Non ho più l’età per perdere la testa, ma sono estremamente felice”: con queste parole, Marco Bellocchio riceve il Dottorato Honoris Causa in Scienze Cognitive, curriculum “Teorie e tecnologie sociali, territoriali, dei media e delle arti performative”, presso l’Aula Magna dell’Università degli studi di Messina.
Ad insignire del Dottorato il regista, sceneggiatore e produttore – unanimemente considerato il più importante regista cinematografico italiano vivente – è tutta la comunità accademica. Emozionati e orgogliosi di accoglierlo come membro dell’Università di Messina sono i professori Alessandra Falzone, Coordinatrice del Dottorato in Scienze Cognitive; Carmelo Maria Porto, Direttore del Dipartimento di Scienze Cognitive; il Prorettore Vicario Eugenio Cucinotta; il Direttore Generale Francesco Bonanno; il decano Antonio Panebianco.
La Laudatio è, invece, affidata al professore Federico Vitella, Ordinario di Cinema, fotografia e televisione, primo promotore del conferimento del titolo a Bellocchio: “Abbiamo l’onore di consegnare il Dottorato al più grande regista italiano vivente. Esponente del Nuovo cinema italiano degli anni Sessanta, ha saputo innovare l’arte cinematografica, svecchiandone la narrazione e spalancando le porte al cinema moderno. Ha saputo anche rinnovare costantemente se stesso, pur rimanendo fedele a uno stile inconfondibile – come la scelta dell’inquadratura lunga o della teatralità dello spazio – ed alcuni temi che definiscono il suo orizzonte poetico. Temi come il rapporto con la Legge, con l’autorità e con il Padre, dal primissimo capolavoro I pugni in tasca (Nastro d’Argento al miglior soggetto nel 1966) fino al più recente Rapito (2023, Nastro d’Argento per le categorie Miglior Film, Miglior Regista e Miglior Sceneggiatura); o ancora la malattia e la follia come forme disperate di indipendenza; il valore della Storia e di un passato biografico sociale e collettivo cui si guarda senza nostalgia; paradigmi di denuncia ma anche paradigmi di introspezione e riflessione, affrontati grazie all’incontro tra realismo e simbolismo”.
E continua Vitella: “Insieme a Rapito, tra i suoi successi più recenti troviamo Il Traditore (2019), Eterno Notte (2022, per il quale ha ricevuto il David di Donatello per la Miglior Regia). Negli ultimi vent’anni, il suo cinema è diventato un punto di riferimento assoluto per il film d’autore europeo, alla luce dell’ineguagliabile capacità di coniugare la sua agenda tematica con la rielaborazione continua del linguaggio filmico del suo tempo. Infiniti i riconoscimenti a lui consegnati, solo tra gli ultimissimi si contano La Palma d’oro onoraria al Festival di Cannes nel 2021 e il doppio Globo d’oro alla carriera dei giornalisti della stampa estera nel 2023 per la serie Esterno notte e per il miglior film con Rapito. Il Dottorato va alla sua incredibile capacità di riflettere sul valore delle immagini – facendo del suo cinema un metacinema – e sul loro modo di comunicare e di confrontarsi. Vi è nel suo cinema una riflessione intramediale, cioè interna al medium, per la capacità di Bellocchio di raccontare il reale al tempo della rappresentazione audiovisiva di massa; una intermediale, per la sua abilità nel mettere in comunicazione i diversi mezzi espressivi, contaminando la narrazione con altre immagini mediatiche, dalle interviste alle conferenze stampa, attraverso un attento lavoro di montaggio, come avviene, per esempio, in Buongiorno, Notte; infine, una forte riflessione sul potere delle immagini nei loro effetti emotivi e cognitivi e in quanto ultima declinazione dell’immagine storica, come succede in Rapito. Il suo cinema è un manifesto della nuova ecologia dei media”.
Bellocchio riceve, allora, il suo diploma e indossa il suo tocco: “Questo titolo – che arriva dopo la Laurea Honoris Causa alla Iulm – non sarà qualcosa che metterò al muro e lascerò impolverare, ma un segno davvero importante, una conferma e una soddisfazione che mi dà ancora più voglia di lavorare e creare” dichiara. Confessa, poi, di non tenere nessuna Lectio Doctoralis, ma di voler soltanto chiacchierare un po’ insieme al Professor Vitella. Così nasce uno scambio e un confronto ricchissimo tra i due, dalle scelte di vita del regista e le sue esperienze, fino alla sua cinematografia e ai suoi progetti futuri, come il desiderio di lavorare ad una nuova serie televisiva sul caso Enzo Tortora.
Un augurio, poi, Bellocchio lo rivolge ai giovani: “Siate sempre entusiasti e indagate a fondo quello che desiderate, interrogatevi sulle vostre passioni e inseguite con tutte le vostre energie ciò che vi muove l’anima. Che sia il cinema o qualsiasi altro sogno”.