Ricomincia la scuola e mentre gli universitari affrontano l’ultima tranche della sessione estiva di esami a settembre dovranno anche organizzarsi per tornare nelle aule seguendo le indicazioni stabilite dall’Ateneo.
Delle decisioni prese ne avevamo già parlato in questo articolo. In breve lezioni in presenza per chi ha l’obbligo di frequenza e scelta didattica mista per chi non ha l’obbligo di frequenza. Quindi prenotandosi si può seguire in aula o in alternativa continuare a seguire online come durante tutto il periodo di lockdown.
Nelle linee guida inoltre erano previste delle eccezioni per:
– studenti internazionali, che per motivi di mobilità non riusciranno ad arrivare per l’inizio del semestre;
– studenti extraregionali;
– studenti con particolari patologie per i quali si sconsiglia la ripresa delle attività in presenza.
Per la scelta sulla modalità di frequenza delle lezioni in realtà l’Ateneo si era già mosso a luglio. In quel mese era stata inviata tramite mail comunicazione a tutti gli studenti su quale fosse la loro preferenza di seguire le lezioni.
La domanda del questionario che riportiamo in foto non faceva alcuna distinzione tra corsi con frequenza obbligatoria o meno e sembrava, anche se non era specificato, che democraticamente il volere della platea studentesca sarebbe stato rispettato.
Invece non sono stati forniti dati ufficiali sulle risposte raccolte e nonostante molte associazioni studentesche siano convinte che la scelta di seguire le lezioni online sia stata votata dalla maggioranza l’Ateneo ha optato le scelte di cui sopra, salvo le eccezioni riportate.
Per quanto prerogativa dell’Ateneo la scelta della modalità di frequenza delle lezioni forse andavano considerate altre due eccezioni a quelle già previste, almeno per le prime settimane di ripresa delle lezioni.
Sicuramente andrebbero equiparati gli studenti extra comune e provincia a quelli extraregionali. Sono in tanti che annualmente affittano un appartamento o una stanza per non muoversi continuamente dai loro luoghi di origine, anche in provincia di Messina. In molti hanno rescisso i propri contratti di affitto nei mesi scorsi in piena pandemia e potrebbero avere difficoltà a trovare locali in affitto entro i primi di ottobre.
Dell’altra categoria invece fanno parte coloro che non traslocheranno a Messina stabilmente, ma preferiranno viaggiare: i pendolari. L’Ateneo è stato molto rigido per quanto riguarda le norme di accesso ai locali universitari, ma non prende in considerazione gli spostamenti che effettueranno gli studenti individualmente. Non tutti sono dotati di un mezzo proprio e a differenza della scuola non saranno i genitori ad accompagnarli. Chi viaggia sui mezzi pubblici, all’interno della città o della regione, può essere esposto a rischio contagio. Proprio per questo forse era meglio aggiungere un’eccezione, finché la situazione pandemica non sarebbe stata maggiormente sotto controllo, anche per queste ulteriori categorie di studenti.