Decine di assemblee, dibattiti e confronti su tutto il territorio provinciale. Decine di uffici pubblici, scuole e ospedali affollati da lavoratori stanchi di essere penalizzati, vessati, quando non denigrati e bollati come “fannulloni”. E’ tutto pronto ormai per lo sciopero del pubblico impiego promosso dalla UIL per venerdì 28 ottobre, con una grande manifestazione di piazza a Roma (in piazza Santi Apostoli) cui parteciperanno tutte le categorie del pubblico impiego. Uno sciopero che vedrà i lavoratori della pubblica amministrazione messinese aderire compatti per chiedere il rilancio della contrattazione integrativa per l’efficienza dei servizi ed il riconoscimento della professionalità, la soluzione del problema del precariato e la riduzione dei costi della politica e della burocrazia e la qualificazione della spesa pubblica. “In quest’ultimo mese – spiega il segretario generale della CSP UIL Messina, Costantino Amato – abbiamo tenuto partecipate assemblee in quasi tutti i luoghi di lavoro del pubblico impiego. Assemblee che hanno coinvolto non solo gli iscritti, ma anche coloro che non sono mai stati vicini al sindacato. Testimonianza questa che ormai la misura è colma e che è tempo di dire basta alla vessazione cui sono sottoposti i lavoratori pubblici.”
“La UIL – sostiene Amato – da molto tempo sostiene che una Amministrazione Pubblica efficiente con i suoi strumenti e le sue potenzialità deve avere un ruolo primario nel percorso di uscita dalla crisi, per
consentire uno sviluppo del Paese comparabile con quello degli altri paesi europei. Per questo, a suo tempo, la UIL si è fatta promotrice della privatizzazione del rapporto di lavoro nell’impiego pubblico, vedendo in essa il primo passo di un processo di miglioramento della qualità dei servizi offerti ancorato al fattore lavoro. Processo che, purtroppo, la politica non ha saputo e voluto completare. Abbiamo affrontato il tema del lavoro Pubblico, e dei numerosi interventi di cui negli ultimi anni è stato oggetto, in maniera obiettiva e responsabile condividendo gli obiettivi di efficacia e di efficienza che erano dichiarati essere le basi dei provvedimenti di riforma, ma contestando molte delle norme della riforma Brunetta, norme astratte, inefficaci e fortemente penalizzanti per i lavoratori e le amministrazioni. Gli interventi delle manovre finanziarie hanno avuto sul mondo pubblico effetti devastanti sul piano economico e su quello normativo a partire dalla inaccettabile decisione del blocco del contratto nazionale”.
Il risultato una Pubblica Amministrazione obsoleta per i tagli alle risorse destinate alla formazione ed all’aggiornamento, in molti casi sottopagata e con un blocco delle retribuzioni per almeno cinque anni, disarticolata da tante riorganizzazioni pensate solo in termini di risparmio e non di qualità del servizio, invecchiata con una età media che supera i 50 anni a causa dei tagli agli organici e dal blocco del turn over, marginalizzata dai tagli alla scuola ed a quelli generalizzati agli investimenti a partire da quelli nella ricerca o nell’università e nell’AFAM e con una forte presenza di personale precario, compromessa nella reale possibilità di garantire i servizi essenziali a causa della pesante riduzione dei trasferimenti al sistema degli Enti Locali e della Sanità. “A tutto ciò – continua Amato – si sommano la politica delle esternalizzazioni inutili, inefficienti e costose e l’uso che la politica fa della P.A. come terreno di facile consenso, quando non di clientela o di malaffare. La UIL ritiene che una politica che deprima la Pubblica Amministrazione e mortifichi il lavoro pubblico non solo danneggi i dipendenti, ma sia fortemente contraria agli interessi del Paese e, per questo, si pone l’obiettivo di operare un recupero delle condizioni di lavoro nella Pubblica Amministrazione in un funzionale sistema di relazioni industriali ed in sintonia con un generalizzato innalzamento dei livelli di efficacia dell’azione pubblica”.