MESSINA – 25 anni di carcere. E’ questa la condanna sollecitata dall’Accusa per il messinese accusato di aver contagiato l’Aids alla compagna, senza rivelarglielo. Lei morì a 45 anni, dopo atroci e lunghe sofferenze, senza che i medici potessero capire cosa avesse, se non troppo tardi. Lascia un figlio, avuto proprio con l’ex compagno “untore”. L’uomo era stato condannato a 22 anni, sentenza poi annullata per via dell’ormai noto caso dei “giurati over 65 anni”.
siamo alla fine del processo bis ed oggi è toccato al Pubblico Ministero Roberto Conte prendere la parola, dopo il nuovo dibattimento. Il magistrato ha ripercorso la vicenda, facendo cenno anche al precedente verdetto, ed alla fine ha sintetizzato la sua richiesta: 25 anni di carcere per omicidio volontario per l’imputato.
La Corte d’Assise ora ascolta il difensore dell’uomo, l’avvocato Carlo Autru Ryolo, e gli avvocati Bonaventura Candido ed Elena Montalbano che assistono i familiari della vittima, poi sarà il momento della camera di consiglio e del verdetto.
Intanto va avanti il processo “parallelo” che vede imputati i medici che ebbero in cura l’avvocata messinese e non diagnosticarono la malattia. Il dibattimento entrerà nel vivo nell’autunno prossimo, davanti al giudice monocratico.