La stretta degli strozzini si era fatta talmente forte che il commerciante di Brolo rimastone preda, aveva pensato di togliersi la vita. Gli sembrava l’unica soluzione possibile per liberarsi di chi, in 3 anni, lo aveva ridotto in povertà, continuamente minacciato, aggredito, picchiato. Poi la svolta: la vittima prende coraggio e denuncia tutto, permettendo ai Carabinieri di Patti di arrestare i due usurai.
Si tratta del brolese Fortunato Calabrò, 42 anni, e il messinese Franco Chiaia (53). Il primo è adesso in carcere a Barcellona, al secondo sono stati concessi i domiciliari.
L’indagine dei militari, ai comandi del Capitano Marcello Pezzi della Compagnia di Patti, scatta nel marzo scorso quando il commerciante, alle prese con l’ennesima esorbitante richiesta di Calabrò, che lo teneva in scacco con un prestito risalente al 2017, pretende la consegna di 100 mila euro.
Già ridotto sul lastrico, col negozio vuoto e quasi incapace di provvedere a se stesso, l’esercente era tornato a vivere con gli anziani genitori e pensava a vendere la propria abitazione per saldare una volta per tutte il prestito a strozzo. Per sfortuna, un giorno di marzo, l’uomo è in auto insieme ad un altro esercente mentre passa Calabrò, che comincia ad aggredirlo, malmenarlo, prenderlo a testate e portargli via il cellulare, dicendo che lo regalerà alla propria figlia.
E’ lì che il commerciante capisce di non avere più via d’uscita, e si rivolge ai Carabinieri. Raccontando di tre anni di incubo vero e proprio.
L’uomo, titolare con il fratello di un negozio all’ingrosso di calzature, attanagliato dalla crisi economica ed oberato dai debiti con le banche, a dicembre del 2016 attraverso Chiaia arriva a Calabrò, che consegna 50 mila euro in contanti, “costati” 6500 euro al mese, ovvero il 13% di interesse mensile. Saldato il debito con gli istituto di credito, il commerciante deve però ripianare quello con Calabrò. E non ce la fa.
Così nell’estate 2017 comincia l’escalation di violenza e soprusi. Calabrò pretende continuamente merce gratis, portandosi via scarpe e abbigliamento per 30 mila euro. In un’altra occasione lo costringe a consegnare merce, 260 paia d scarpe, ad un negoziante messinese, che anziché pagare lui consegna interamente le 6 mila euro del valore dei colli a Calabrò. In un’altra occasione l’usuraio si impossessa di un assegno postdatato che un altro commerciante stava consegnando alla vittima, portandosi via anche una lavatrice e denaro contante.
Quando la vittima ha deciso di denunciare, invece, tutto è cambiato. I carabinieri lo mettono sotto intercettazione, registrando le conversazioni con Calabrò e le minacce, e si appostano fuori dal negozio, pedinando l’usuraio e intercettando anche lui.
Quando il quadro è completo e i fatti provati, la Procura di Patti, guidata dal Procuratore Capo Angelo Cavallo, chiede ed ottiene dal Gup di Patti Ugo Molina l’arresto di entrambi gli usurai.