MESSINA – La Procura della Repubblica di Messina ha chiesto l’archiviazione delle indagini penali sulla morte di Augusta Turiaco, morta a marzo scorso e, secondo gli stessi esperti dei consulenti, dopo il vaccino anti covid 19 Astrazeneca. Una decisione che amareggia la famiglia della docente: perché non indagare sull’operato della casa farmaceutica e le procedure che riguardano le operazioni di vaccinazione – si chiedono – visto che la correlazione è stata accertata?
“La Procura della Repubblica non ha fatto indagini sulla società che ha prodotto il vaccino AstraZeneca e non ha indagato sulle autorità che hanno autorizzato la somministrazione di un vaccino che ha causato la morte della nostra cara e amata Augusta”, dicono i familiari.
La famiglia Turiaco continua a chiedere verità e chiarezza, lamenta la mancata risposta agli inquietanti e allarmanti interrogati rimasti senza indagine rispetto ad un vaccino non sicuro dal momento che ha causato la morte di Augusta.
“La Procura in poche righe ha escluso la responsabilità del produttore del vaccino ritenendo che “il vaccino è stato somministrato a seguito delle autorizzazioni delle competenti autorità (EMA e AIFA) e, dunque, dopo la rigorosa osservanza di tutte le sperimentazioni e protocolli previsti dalla legge prima della produzione e della commercializzazione del farmaco, secondo lo stato di avanzamento della ricerca all’epoca dei fatti”, spiega l’avvocata Daniela Agnello, legale dei Turiaco, che annuncia che si opporranno alla richiesta di archiviazione, chiedendo al Giudice per le indagini preliminari un prosieguo degli accertamenti.
Agli atti non sussistono accertamenti che sostengono le motivazioni degli organi inquirenti. I trials sulla sperimentazione sono stati condotti in maniera corretta? Come mai non hanno tenuto conto di pubblicazione studi scientifici del 2007 che mettevano in risalto che i vaccini a vettore adenovirale potevano dare problemi di trombocitopenia?
Perché le comunicazioni e le informazioni sugli effetti collaterali del vaccino AstraZeneca sono state divulgate solo il 24 marzo laddove vi era già la conoscenza di eventi avversi? Perché in Inghilterra nel mese di marzo avevano già i protocolli clinici di cura delle trombosi provocate dal vaccino? E ancora, perché la modifica del consenso informato e del foglietto illustrativo e la pubblicazione della nuova scheda da parte di EMA, le contraddizioni, la sospensione e in ultimo il ritiro del vaccino così come i tanti, e tanti altri interrogativi sono rimasti senza inchiesta e senza risposta? Riteniamo che sia stata violato anche il diritto ad una adeguata e corretta informazione del paziente che si sottopone al trattamento di vaccinazione.
L’esposto ha sempre costituito non un attacco alla campagna vaccinale, ritenuta necessaria e indispensabile, ma un segnale di allarme, una richiesta di indagini, di chiarimenti e di approfondimenti, di verità nel rispetto del diritto alla salute quale bene inviolabile della collettività, concludono i Turiaco.