La “Tomba a Camera Largo Avignone”, la “Casa Cammarata Maregrosso” e gli “Scavi archeologici all’interno di Palazzo Zanca” saranno affidati in adozione a soggetti esterni all’Amministrazione. Lo ha deciso la giunta Accorinti, su proposta dell’assessore alla cultura Federico Alagna, rilevata l’impossibilità di reperire le risorse, sia economiche che di personale, necessarie a valorizzare i tre tesori appartenenti al patrimonio del Comune di Messina.
«Nell’ottica di una politica urbana di valorizzazione del patrimonio storico artistico e culturale volta al recupero dei suddetti siti finalizzata alla loro complessivo sviluppo – si legge nella delibera approvata dall’esecutivo di Palazzo Zanca – si rende necessario un affidamento temporaneo ad enti o associazioni utilizzando le procedure di adozione di detti siti per come già avviene per altre aree ed immobili cittadini».
Sindaco ed assessori hanno dato mandato al Dipartimento Politiche Culturali Educative e Sviluppo Economico di attivare una procedura di manifestazione di interesse pubblica, che non avrà alcun onere finanziario per l’ amministrazione comunale.
I tre siti necessitano di interventi ed è la stessa delibera di giunta a dare indicazioni su come intervenire per restituire loro il giusto decoro.
«La “Tomba a camera di Largo Avignone” «è stata oggetto di un recente intervento di restauro da parte di privati cittadini e per essere assicurata alla pubblica fruizione è necessario garantire sia la pulizia che la sicurezza. Interventi che dovranno essere coordinati con un processo di valorizzazione tale da garantire l’eccezionale rilievo scientifico del sito anche attraverso l’utilizzo di figure professionali di alto profilo».
La “Casa Cammarata Maregrosso” «necessita di interventi importanti al fine di mettere in sicurezza i resti ed avviare il restauro lapideo e pittorico nonché di sviluppare un sistema di promozione socio- culturale mirata al potenziamento dell’eredità artistica di Giovanni Cammarata in connessione con le condizioni sociali dell’area di Maregrosso»
Gli “scavi archeologici all’interno di Palazzo Zanca”, «necessitano di importanti interventi necessari per mettere in sicurezza il sito e sviluppare un sistema di promozione socio-culturale mirata ad una migliore fruizione e valorizzazione in connessione con l’attiguo Antiquarium di Palazzo Zanca, oggetto di frequente visite dei croceristi ospiti della nostra città».
Insomma, gli amministratori di Palazzo Zanca hanno le idee chiare su cosa andrebbe fatto per avviare il processo di valorizzazione dei tre gioielli, ma in assenza di soldi – per via della crisi finanziaria dell’ente, che non conosce fine – hanno deciso di rivolgersi all’esterno a far fare ad altri ciò che dovrebbe fare il Comune .
Danila La Torre