Un cecchino non avrebbe saputo fare di meglio. Hanno preso la mira, da lontano, ed hanno impallinato l’isola pedonale con una precisione ed un metodo da far impallidire tiratori professionisti. Alla fine, sono bastati 16 consiglieri comunali, tra gli applausi di alcuni commercianti presenti nella zona riservata al pubblico, a gettare alle ortiche l’isola pedonale e a trasformarla in un’imitazione riuscita male. Il Consiglio comunale,grazie ad una maggioranza trasversale già sperimentata per affossare l’ordinanza anti-tir e cioè Pd genovesiano-Democratici Riformisti e Forza Italia, ha perso un’occasione, quella di affrontare un tema politico attraverso un dibattito ampio, leale, concreto, per ridurlo a lite di bottega e soprattutto ad una guerra contro la giunta Accorinti. Con il passo del gambero e con un vero e proprio valzer dell’ipocrisia in quattro ore l’Aula ha riportato le lancette indietro nel tempo come se dieci anni di dibattiti e isole sperimentali non fossero mai esistiti. Sia chiaro, quella di Messina non era un’isola perfetta, ma perfettibile sì. Se non si è d’accordo con l’isola pedonale lo si può dire apertamente difendendo le proprie scelte. Invece, come si legge nell’articolo di Francesca Stornante con un gioco di prestigio l’isola pedonale è stata trasformata in una piazza, in un’isola che non c’è, in un atollo, o, per dirla con le parole usate da Donatella Sindoni, “in un aborto che nulla ha a che vedere con la concezione stessa di isola pedonale”. Con un emendamento approvato da 16 consiglieri comunali, tra gli applausi dei fan, è stata cancellata la storica (nel senso reale del termine, perché è lì che è nata) isola di via dei Mille, per ridurre l’area destinata al transito pedonale alla sola Piazza Cairoli, che, è appunto “ già una piazza”. Ipocritamente si è voluta spacciare l’operazione impallinamento per l’esatto contrario. Traducendo quanto accaduto in Aula la frase esatta è stata: siamo favorevoli all’isola pedonale, ma la smantelliamo.
L’operazione è stata sottilissima, una “tela di ragno”. La seduta è iniziata con un prelevamento ad hoc della delibera che era al terzo punto ed è risalita al primo (casualmente i commercianti contrari all’isola erano già accomodati al piano di sopra, grazie alla capacità di prevedere il futuro), lasciando quindi le Unioni civili (che saranno impallinate la prossima settimana, un tiro alla volta, non si può mica fare tutto in un colpo) alla seduta successiva. Il lungo elenco di emendamenti è stato ritirato dai consiglieri, lasciando in piedi l’unico emendamento che vanifica l’esistenza stessa della delibera dell’amministrazione, riducendo di “almeno cinque taglie” per dirla in termini di “sartoria”, l’isola al recinto di Piazza Cairoli ed eliminando proprio quella zona che è stata per anni la vera “patria” dell’iniziativa.
L’emendamento “ammazza-isola”, che la riduce ad un “tanga”, presentato dall’inedita coppia Nicola Cucinotta, Pd-Fabrizio Sottile FI, ha avuto il parere favorevole di 16 consiglieri, grazie ad una maggioranza trasversale già sperimentata contro l’ordinanza anti-tir e che vede il Pd di area genovesiana insieme ai Democratici riformisti ed a Forza Italia. In questo caso, rispetto all’anti-tir i Megafoniani si sono opposti e il Ncd diviso, con Nicola Crisafi tra i sostenitori dell’emendamento e Daniela Faranda che si è astenuta. Sembra che anche stavolta, così come per l’anti-tir i mal di pancia in casa Dr siano aumentati, e di molto. Anche l’Udc si è divisa, con Andrea Consolo a favore dell’emendamento e Franco Mondello, che si è battuto inutilmente fino alla fine affinchè sul Put si facesse un dibattito serio e non un Risiko, che con coerenza si è astenuto in entrambe le votazioni. Assenti gli altri centristi quindi non è dato sapere quale sia la posizione ufficiale dell’Udc sul tema.
I no sono stati 9:i tre consiglieri di Cambiamo Messina dal basso Lo Presti, Fenech, Sturniolo, Piero Adamo di SiAmo Messina, i tre Pd Donatella Sindoni, Daniele Zuccarello e Carlo Cantali, e Angelo Burrascano e Giuseppe De Leo del Megafono.
Se nel Ncd è apparsa chiara la divisione, e nel Pd siamo ormai alla frattura, in Forza Italia a protestare su Facebook è Pierluigi Parisi, che non ha potuto partecipare alla seduta ma si è dichiarato in un post nettamente contrario all’emendamento.
Subito dopo l’aver tagliato le gambe all’isola pedonale l’operazione è andata avanti per “tenere in vita” con l’ossigeno quel che restava di una delibera fatta a brandelli, piuttosto che avere il coraggio di bocciarla apertamente.
L’assessore alla mobilità Cacciola, con stile ed eleganza, non ha battuto ciglio di fronte alle continue polemiche ed accuse, cercando di rispondere sul piano politico e amministrativo, senza però ritirare la delibera, lasciando che a questo punto sia il consiglio comunale ad assumersi la responsabilità della decisione. Peccato che alla fine i consiglieri abbiano lasciato l’Aula senza ascoltare quello che aveva da dire l’assessore (e ne aveva di cose da dire, in modo garbato ed educato, ma se ne erano andati quasi tutti). A tenere in vita l’isola pedonale-tanga è stato il voto favorevole sulla delibera dell’amministrazione, sempre con 16 sì, 6 contrari e 7 astenuti. Il tocco finale doveva essere l’immediata esecutività ma non è passata.
A conti fatti restano diversi interrogativi. Il primo è sul valzer dell’ipocrisia. Perché se si è contrari all’isola pedonale non dirlo apertamente? Perché appigliarsi a questi mezzucci che non rendono onore neanche all’intelligenza dei messinesi?
In casa Dr ad esempio, nei prossimi giorni i deputati Beppe Picciolo e Marcello Greco incontreranno i consiglieri comunali proprio per uscire da ogni ambiguità, comprese quelle del voto dell’Aula “stiamo pensando a una proposta alternativa, questa non è un’isola pedonale, va rivista con altri criteri ed altri contesti” spiega Picciolo che non usa mezzi termini né scappatoie.
Ma le fratture più profonde continuano ad essere in casa Pd, dove sei consiglieri hanno sposato l’emendamento che ha affondato l’isola, tre hanno votato contro ed uno si è astenuto. Non sono mancate le schermaglie interne al partito, segnale che chi la pensa diversamente dal “diktat” ufficiale viene tacciato “d’intelligenza con il nemico”. E se Santalco, tra i fondatori di Forza Italia ed ora capogruppo di Felice per Messina contesta i colleghi Zuccarello e Sindoni di andare controcorrente e non votare compatti con il gruppo Pd, Zuccarello replica “non posso accettare lezioni di politica da chi fino all’altro ieri non era nel Pd, né da quanti, miei colleghi, hanno dimenticato le battaglie del Partito democratico”.
Durissimo il comunicato dell'associazione “Big Bang” di Messina, firmato dal renziano Alessandro Russo: “Siamo basiti dinanzi alla incredibile scelta del nostro partito, il PD, che mentre ovunque in Italia è promotore di aree pedonalizzate, a Messina si mette a capo, ‘pilotato’ da alcuni esponenti che preferiscono agire come masanielli improvvisati, capi popolo livorosi, piuttosto che da veri leader politici, di una fronda trasversale, che vede uniti il PD e Forza Italia e che è costruita sulla sola volontà di accontentare interessi di parte e, letteralmente, di bottega, a discapito del generale interesse. La decisione maggioritaria del gruppo consiliare PD – salvo qualche eccezione – deriva da una autonoma determinazione del gruppo e NON rappresenta il Partito nel suo intero. Una decisione così retrograda e così distante dal nostro sentire e dal nostro elettorato non è stata né dibattuta, né decisa, dagli organismi del nostro Partito”.
La frattura tra il partito degli eletti (tranne i cosiddetti ribelli) e le aree dei renziani e dei civatiani si fa sempre più ampia. Paradossalmente lo scontro emerge sui cavalli di battaglia del Pd di tutta Italia e che vedono i consiglieri messinesi schierarsi su posizioni opposte: ad esempio sono contro l’isola pedonale, contro l’ordinanza anti-tir, contro le unioni civili, per non parlare di alcune note sulla vicenda migranti ai limiti dell’intolleranza.
Una singolarità che fa venire il sospetto che forse, in molti, non abbiano compreso bene i programmi del Pd o se ne siano dimenticati. O più semplicemente abbiano sbagliato partito.
Rosaria Brancato