Giunge in questi giorni notizia del grande successo per l’Esposizione straordinaria sull’Agosto messinese: Vara immota manet 2020, promossa dal Comitato Vara e curata dall’Associazione Amici del Museo di Messina, ospitata dalla Nobile Arciconfraternita della Santissima Annunziata dei Catalani e patrocinata dall’Ufficio Diocesano della Pastorale del turismo, sport e tempo libero e dal Centro Interconfraternale Diocesano.
Nel prestigioso e affascinante interno della Chiesa dei Catalani, che a suo tempo fu tempio nettuniano e moschea islamica e che ben riassume il percorso religioso e storico di Messina, è stata esposta ed esposta è ancòra una molteplicità di reperti ascrivibili a varii secoli, tutti documentanti in modo vivace eppur solenne ciò che per la nostra città è sempre stato il Ferragosto: celebrazione dell’identità di Messina, della sua forza e della sua virtù. Vi troviamo infatti sculture di Giganti, un modellino settecentesco della Vara di Paolo Cara, una ricostruzione di costume da tamburino senatorio, molte medaglie vecchie e nuove tra le quali quelle degli orafi Correnti e dipinti ottocenteschi di Michele Panebianco e i due recenti del maestro Cesareo e dell’architetto Colavecchio: il mezz’Agosto messinese vi si condensa.
Dalla cerimonia d’apertura avvenuta il 10 Agosto sino alla data odierna il tempio – scelta vincente la sede dell’evento, che già di suo molto attrae – con i reperti che custodisce è stato visitato da almeno duemila persone (!), tra i quali numerosi stranieri ma anche messinesi emigrati in altre città; il libro delle firme riporta infatti gradimenti scritti non soltanto in lingua italiana, ma anche polacca, tedesca e inglese. Da ciò si può con sicurezza affermare che la conoscenza della fastosa manifestazione del Ferragosto messinese, della Vara e dei Giganti sia ora ben più estesa di prima.
Durerà ancòra per pochi giorni, tuttavia: la mostra, aperta ogni giorno dalle 18:00 alle 22:00, durerà fino a Lunedì 31 Agosto, dunque sarà terminata e dismessa. Che si affrettino coloro che non l’hanno visitata e vogliono farlo!
Oltre agli oggetti già presenti, in questi ultimi giorni si espongono anche ulteriori medaglie commemorative che celebrano in anni diversi le inaugurazioni (dopo i restauri seguiti alle distruzioni del 1908) della Chiesa di Grotte, della Stele della Madonna della Lettera – in argento, che al rovescio reca l’effigie a mezzobusto dell’Arcivescovo monsignor Angelo Pajno che tanto si prodigò per la ricostruzione e la monumentalizzazione della città devastata –, della Chiesa del Carmine, della Chiesa dell’Immacolata e del Duomo – un inconsueto pezzo quadrato che ne rappresenta al dritto la sua facciata e al rovescio raffigura i Giganti di Ferragosto Zanclo e Rea –, tutti elementi che ben rammentano l’usanza fino in tempo recente di ricordare con medaglie gli eventi d’importanza storica. La coniazione delle medaglie con l’iscrizione ideata dal professor Giovanni Matteo Allone “Rebus sic stantibus Vara immota manet”, effettuata dal maestro orafo Alfredo Correnti in data 14 Agosto alla presenza dell’assessore Enzo Caruso, ben s’inserisce all’interno di questa tradizione, seppur commemori un evento certamente non festoso ma che ricorderemo e del quale già stiamo facendo tesoro.
Quest’iniziativa realizzata a costo zero cade anche nel quinto anniversario dell’inaugurazione della Mostra Permanente ‘Vara e Giganti’ sita all’interno di Palazzo Zanca e allestita senza spese per il Comune dal Comitato Vara e dall’Associazione Amici del Museo – sfortunatamente rimasta sempre chiusa se non in eccezionali occasioni – che ospita reperti originali documentanti la storia del Ferragosto messinese in tutti i suoi varii aspetti, tra i quali l’elemento più illustre è la più antica rappresentazione della Vara, un’incisione del 1644 inclusa a suo tempo nell’Iconologia della gloriosa Vergine Madre di Dio Maria protettrice di Messina di Placido Samperi; in proposito, il Comitato Vara tiene a precisare che la suddetta stampa è attribuibile a Placido Donia, “non certamente a Paolo Filocamo (che visse e operò nel secolo successivo) com’è stato erroneamente e ripetutamente diffuso in questi giorni”.
Grande plauso va a questa iniziativa, che in tempo di epidemie ha saputo destreggiarsi garantendo il rispetto delle norme di sicurezza e al contempo difendendo strenuamente la tradizione come un baluardo inespugnabile in quest’anno in cui la Festa non si è svolta nelle nostre strade ma nei nostri cuori.
Daniele Ferrara