Una tradizione che si rinnova, e non è una frase fatta. Le polemiche con la Regione, l’istituzione dell’albo dei tiratori più qualche altra novità hanno accompagnato la vigilia della presentazione del Ferragosto messinese (QUI IL PROGRAMMA), il cui clou, ovviamente, è la processione della Vara del 15 agosto. Buzzanca inizia con le frasi di rito per poi passare alle polemiche: «Anche quest’anno abbiamo curato tutto nei particolari, per un evento che significa aggregazione e fede al tempo stesso. Ogni anno abbiamo grandi difficoltà nell’organizzare questa manifestazione, senza l’impegno del Comitato e degli sponsor non ci riusciremmo. Sto tentando da tre anni di inserire l’evento tra le grandi manifestazioni della Regione, che però poi finanzia eventi meno rilevanti destinando quasi 150 mila euro, come accaduto per i giochi pirotecnici di Giardini Naxos. C’è qualcuno che ritiene che la Vara non valga la festa di S. Rosalia a Palermo e quella di S. Agata a Catania». Le novità di questa edizione sono state annunciate dall’assessore ai rapporti con la Chiesa Dario Caroniti: «L’albo dei tiratori è stato introdotto per ragioni di sicurezza ma non esclude nessuno, l’iscrizione non è obbligatoria, almeno per quest’anno. Inoltre una parte del comitato sarà impegnato nel servizio d’ordine all’interno delle corde, non un servizio repressivo, ci saranno dei “consiglieri” su come evitare disordini. E all’interno delle corde non si potranno inserire giornalisti e fotografi, sempre per ragioni di sicurezza». Una decisione, quest’ultima, che già sta creando qualche malumore. «La Vara – ha aggiunto Antonino Di Bernardo, esperto volontario del sindaco per le manifestazioni religiose – è di tutti i messinesi, in tanti anni non ci sono mai stati episodi di criminalità nonostante parliamo di una manifestazione con 150 mila persone». Dello stesso avviso Franz Riccobono: «Non creiamo allarmismi, la legalità c’è sempre stata. L’albo lo abbiamo proposto noi e non è una novità assoluta. Fu fatto ai tempi di Providenti sindaco, poi sfumò perché è molto difficile da gestire. Lo intendiamo come una sorta di albo d’oro, grazie al quale tutti potranno vantarsi di aver tirato la Vara. Rendere l’albo obbligatorio? Oggi appare impraticabile». Il padre “spirituale” della manifestazione, monsignor Vincenzo D’Arrigo, ribadisce che «tutto è incentrato sulla preghiera, del resto Gesù è venuto sulla Terra per i peccatori. Tra le corde c’è Dio, c’è la fede».