I capigruppo: “No agli atti secretati. L’assessore-ingegnere De Cola è incompatibile”

“No alla secretazione degli atti chiusi in cassaforte, no alle sedute a porte chiuse anche nei confronti della stampa, no al rischio per noi consiglieri di essere accusati di violazione di segreto d’ufficio”.

E’ un coro quello dei capigruppo sulla Variante al Prg dopo la decisione del segretario generale Le Donne di mettere sotto chiave gli allegati allo strumento urbanistico. Sì alla riservatezza, ma sedute aperte agli Ordini di ingegneri e architetti, al Genio civile, alla stampa, a quanti hanno competenza nel settore. La secretazione può riguardare la microzonizzazione.

Il documento, proposto da Giuseppe Santalco, capogruppo Felice per Messina e Giuseppe Trischitta, capogruppo di Forza Italia, ha avuto l’adesione di tutti gli altri gruppi (tranne CMdb), Elvira Amata di Fratelli d’Italia, Fabrizio Sottile SiAmoMessina, Daniela Faranda Ncd, Pio Amadeo Sicilia Democratica, Angelo Burrascano Megafono, Nino Carreri Sicilia Futura, Mario Rizzo Centristi per la Sicilia, Benedetto Vaccarino Grande Sud, Francesco Pagano Progressisti Democratici.

Ma la conferenza stampa è stata occasione anche per porre l’attenzione su un altro problema, ovvero l’incompatibilità ed il potenziale conflitto d’interessi per l’assessore all’urbanistica Sergio De Cola, sollevato sul piano politico ma anche con un appello al sindaco per valutare la possibilità di una revoca e con l’annuncio di un esposto in Procura.

Andiamo per ordine. La Variante al Prg ancora in cassaforte e l’obbligo di sedute a porte chiuse ha scatenato le reazioni degli Ordini e dei consiglieri.

Non ci sono i presupposti per secretare gli atti- esordisce in conferenza stampa Santalco- Mi chiedo, se le mappe e le piante sono secretate come viene considerata la foto, anzi le foto e i grafici che lo stesso assessore De Cola diffonde in occasione dei vari incontri?Questo è uno scontro tra nani e giganti ed i giganti sono gli amministratori per i quali non vale alcuna secretazione e non corrono i rischi di una denuncia di violazione di segreto come noi. Noi diciamo sì alla riservatezza sui dati personali e sulla micronizzazione, ma non sulla Variante”.

Le Donne, secondo i capigruppo non tiene conto che la sopravvenuta assenza di un obbligo di pubblicazione non equivale ad una previsione normativa che impone la segretezza. Il Legislatore si limita a non imporne più la pubblicazione, non a secretare, nè la legge attribuisce alcun potere ai Dirigenti del Comune di "secretare" atti amministrativi. La riservatezza degli stessi è prevista dalla legge e in casi del tutto eccezionali, non nella fattispecie in esame. Il Consigliere dovrà valutare al più profili di opportunità in ordine alla non completa e dettagliata divulgazione dei dati, tutelando profili di riservatezza che non emergono ex sè dalla legge.

I capigruppo chiedono di poter discutere liberamente dello strumento urbanistico attraverso approfondimenti con gli Ordini, il Genio civile e fanno un appello alla presidente Barrile affinchè si faccia portavoce di questa esigenza.

Ma la querelle ha riportato a galla un argomento sul quale negli anni scorsi Tempostretto si è già occupato, sollevato da Antonio Mazzeo a proposito dell’opportunità dell’ingegnere De Cola, socio fondatore di uno degli studi più noti di Messina, e dal 2013 assessore all’urbantistica di mantenere la delega e nel contempo effettuare attività professionale.

“L’assessore del Comune di Roma Montuoli non appena ha assunto la carica è andato dal notaio ed ha sciolto la società- prosegue Santalco- Qui a Messina l’ingegner De Cola, tra i soci fondatori dello studio De Cola associati, componente dello studio dal ’77, si è dimesso da socio solamente nel febbraio 2016 e dopo due mesi è rientrato come consulente. Ricordo a tutti noi che gli atti della Variante sono stati incardinati di gran lunga prima delle dimissioni da uno studio, nel quale ci sono i suoi parenti e che continua a frequentare come consulente……”.

I capigruppo riportano quanto prevede la normativa in materia di incompatibilità tra assessore all’edilizia e all’urbanistica e la professione di architetto o ingegnere (al di là del fatto che a prescindere dalla legge esistono anche motivi di opportunità…)

L’art. 78 del Testo Unico degli Enti locali, al comma 3 ad esempio prevede che i componenti della giunta competenti in materia di urbanistica, edilizia e lavori pubblici devono astenersi dall’esercitare attività professionale in materia di edilizia privata e pubblica nel territorio amministrato. Il comma 2 e il comma 4 fanno riferimento ai piani urbanistici evidenziando come l’obbligo di astensione riguarda le votazioni o le delibere riguardanti interessi propri o di parenti ed affini fino al quarto grado. La ratio sottesa è quella di garantire la trasparenza e l'imparzialità dell'azione amministrativa se e nella misura in cui l’amministratore rivesta una posizione suscettibile di determinare, anche in astratto, un conflitto di interesse, a nulla rilevando che lo specifico fine privato sia stato o meno realizzato e che si sia prodotto o meno un concreto pregiudizio.

Io vado oltre rispetto a quanto dichiarato dal collega Santalco- aggiunge Trischitta- Chiedo ad Accorinti di revocare la delega, chiedo all’assessore di dimettersi. Sono pronto a presentare un esposto in Procura, perché oltre all’incompatibilità si rischia anche il reato di abuso d’ufficio. De Cola ha aspettato 3 anni per dimettersi da socio fondatore ma continua a operare nello studio come consulente, quindi svolge la sua attività professionale. Mi chiedo poi sulla questione del progetto del Pilone di Torre Faro come si sia comportato. Lo studio De Cola è tra i maxi creditori del Comune ed inserito nel Piano di riequilibrio votato dalla giunta. Mi domando se fosse stato un assessore della giunta Buzzanca in queste palesi condizioni di incompatibilità e conflitto d’interessi cosa avrebbe fatto la magistratura…..e persino la stessa opposizione”.

La normativa peraltro prevede un invito ad astenersi dall’attività professionale anche per quegli assessori architetti o ingegneri che non abbiano la delega specifica, ma siano, per esempio, vicesindaci “la patologia disciplinata non viene meno neanche in seguito al conferimento al libero professionista di altra delega”.

Ma per i capigruppo è soprattutto una questione di opportunità e politica, a maggior ragione nelle fasi di esame della Variante al Prg e del nuovo Prg e per di più a fronte della querelle in corso.

La giunta vorrebbe che votassimo al buio e subito- ha concluso Elvira Amata- Questa è la grande bugia, perché ad esempio, sin da settembre 2015 quando venne pubblicato l’avviso per i privati che volessero conoscere le procedure che li riguardavano gli atti erano pubblici. In ogni caso questo è un segreto di Pulcinella che pone i consiglieri a rischio denunce. Ci vogliono far votare subito senza consentirci di far approfondire gli atti. Non lo consentiremo”.

Rosaria Brancato