Le invocate dimissioni dell'assessore ing. De Cola segnalano un falso problema.
Il tema del conflitto di interessi, quello della dissociazione dallo studio che porta il suo cognome, quello della assunta o presunta consulenza, quello del mancato esercizio – in città e provincia – della professione, quello della eventuale sospensione/cancellazione dall'albo mi sembrano ancorati a rappresentazioni (nella accusa e nella difesa) ridondanti. Antipatica apparirebbe invero – anche deontologicamente – una eventuale ipertrofia di clientela diretta e indiretta durante il mandato. Tuttavia, non mi pare che vi sia motivo di allarme o sospetto in tal senso.
Piuttosto, ritengo corretta l'iniziativa dei capigruppo consiliari ai quali non può essere inibita o circoscritta (prima del voto in Aula) la possibilità dell'approfondimento delle questioni di cornice in pubbliche sedute alle quali convocare rappresentanti di categorie professionali e portatori di interesse diffuso.
Considero, pertanto, sui generis l'interpretazione del Segretario/Direttore Generale.
Rimanere fermo su una posizione che è sembrata smentita dalla dirigenza e dell'assessorato regionale in esternazioni pubbliche (e pubblicate) è alquanto capriccioso.
Fumi e fantasmi hanno – purtroppo – investito questa esperienza gestionale, amministrativa e politica.
Questo ritengo il nodo più spinoso.
Vi era attesa di cultura partecipativa. Questa attesa è stata tradita.
In premessa, nel programma di Accorinti si leggeva "Facendo leva sulla partecipazione di tutti i cittadini alla costruzione del bene comune ed alla gestione della città-bene comune, l’Amministrazione Accorinti intende attuare un programma quinquennale di governo basato sui seguenti punti prioritari …".
Si leggeva, ancora, che l'Assessorato con delega alla partecipazione e alla valutazione promuoverà e coordinerà le Consulte delle associazioni e dei cittadini sulle aree tematiche: 1. Beni comuni, democrazia partecipativa, beni confiscati, 2. Urbanistica, mobilità, infrastrutture, politiche della casa; 3. Bilancio partecipato, lavoro e sviluppo; 4. Istruzione, cultura, sport e politiche giovanili; 5. Politiche sociali, immigrazione, cooperazione internazionale, pace, famiglia; 6. Ambiente, rifiuti, politiche per la salute".
Si leggeva, infine, al paragrafo 7 (in rubrica urbanistica e territorio) che "Verrà avviata la revisione del P.R.G., applicando pratiche di partecipazione e coinvolgimento dei cittadini, con l’obiettivo di annullare il consumo di territorio, attivare processi di liberazione degli spazi urbani, incrementare il verde pubblico (fino alla ricostruzione di una città-giardino)."
Ora ci si azzuffa sui concetti di secretazione e riservatezza.
Sugli strumenti della pianificazione che traducono identità, vocazione, orizzonte progettuale ampio sia il confronto.
Si parli di cose serie.
In questa materia, due sono le insidie: 1) chiudersi in visioni autocelebrative e autoreferenziali; 2) aprirsi ai cultori della filatelia.
Non intrigano o ingannano o incantano le cartoline.
Sono i francobolli che preoccupano.
Emilio Fragale