Oggi è il giorno del Salvacolline in Consiglio ma le incognite sono tantissime: almeno 14.
Tanti sono infatti i consiglieri comunali che, verificando l’elenco fornito dall’amministrazione, hanno scoperto di avere familiari tra quanti risultano proprietari di particelle di terreno nell’ambito della Variante.
A rischio incompatibilità e quindi obbligati ad astenersi dal dibattito e dal voto sono: Giuseppe Santalco, Emilia Barrile, Piero Adamo, Claudio Cardile, Simona Contestabile, Giovanna Crifò, Daniela Faranda, Libero Gioveni, Alessandro La Cava, Francesco Pagano, Pierluigi Parisi, Giuseppe Trischitta, Benedetto Vaccarino.
I 14 non saranno quindi presenti in Aula ma a questo numero occorre aggiungere quanti, consapevoli dei rischi che corrono qualora in modo inconsapevole dovessero prendere posizione in un dibattito che vede sia pure lontani parenti o affini interessati, decideranno di non partecipare ai lavori della seduta.
La norma infatti obbliga all’astensione nei casi di familiari e affini interessati alla variante fino al quarto grado, aspetto questo che rende complicatissimi gli accertamenti. Piuttosto che rischiare di violare la legge molti consiglieri preferiranno quindi non partecipare all’esame del provvedimento. Il numero quindi aumenterà.
Tenendo conto che gran parte dei 14 che già si sono dichiarati incompatibili e non parteciperanno al dibattito corrispondono in gran parte a quelli che da 5 anni sono presenti a tutte le sedute ne consegue che il già fragile numero legale rischia di essere una soglia impossibile da raggiungere. Se a questi consiglieri si aggiungeranno quanti, come i centristi, da tempo hanno deciso di non votare più le delibere dell’amministrazione e quanti non saranno presenti per auto-tutelarsi, è quasi scontato che o la delibera passa per un voto tra pochi intimi (ipotesi da escludere almeno alle prime sedute) o sarà pressocchè impossibile votarla.
L’idea che è sempre piaciuta all’assessore De Cola e cioè lasciare che sia un commissario inviato dalla Regione a votare quello che è invece uno degli strumenti urbanistici più importanti per il futuro di Messina, finirà con l’essere l’unica soluzione possibile. Ormai comunque siamo sul finire del mandato e l’assessore regionale agli Enti locali, titolare della competenza per inviare un commissario ad acta per la Variante è Bernadette Grasso che sicuramente eviterà scelte che finiscano con il penalizzare la città.
Frattanto Giuseppe Trischitta ha chiesto un parere legale per sapere se l’obbligo di astensione sia da estendere anche alla giunta, dal momento che sia Accorinti che De Cola hanno votato in diverse sedute il provvedimento, nonostante risultino interessati alla Variante. Accorinti è proprietario di 8 particelle, come risulta dall’elenco e due nipoti diretti di De Cola sono proprietari. Al di là dell’opportunità da parte degli amministratori nel votare queste delibere, spiega Trischitta, e che non è stata tenuta in considerazione, il parere legale è necessario per capire se l’obbligo di astensione sia da estendersi anche a chi amministra.
Rosaria Brancato