CapitaleMessina replica sulla Variante al Prg attraverso un documento a firma del geologo ambientale Prof. Randazzo e del geologo esperto di Protezione civile Dott. Privitera.
Sulla Variante al PRG il dibattito è risultato monco, in quanto mortificato dalla ingiustificata scelta della secretazione degli atti da parte dell’Assessore al ramo; proviamo comunque a dire la nostra, dopo aver letto la “difesa d’ufficio” della Variante da parte del geologo della commissione urbanistica comunale.
Non possiamo non essere d’accordo col geologo Gambino quando a proposito della frana di Salice, dichiara che il nostro territorio è “dal punto di vista geomorfologico fragile”, “che va tutelato ad ogni costo”, ma dubitiamo fortemente che le soluzioni si trovino all’interno della “Variante”.
Certo, è un bene che le zone edificabili ricadenti in aree classificate a rischio dallo studio condotto dall’ENEA, siano state declassate da C a E (zone agricole) le non edificate e siano state dichiarate “sature” quelle edificate.
Quello che però non si comprende è l’utilità di inserire in una variante di Piano regolatore delle aree comunque vincolate dal Piano Paesaggistico, quando sarebbe bastato sovrapporre i vincoli del Piano Paesaggistico al tessuto urbano, per tutelare quel territorio.
Ma la vera contraddizione della Variante è quella di autorizzare nuove costruzioni, al posto di costruzioni che non esistono e, peraltro, insediandole in aree delle quali non si conoscono i reali livelli di suscettività sismica, non essendo stata ancora espletata una adeguata analisi di microzonazione sismica di terzo livello, come da noi, ma anche dal Genio Civile più volte segnalato.
Potendosi così verificare la paradossale condizione di trasferire l’edificazione da aree a pericolosità geomorfologica nota, ad aree che potrebbero manifestare una addirittura più grave pericolosità sismica, per i possibili noti effetti di amplificazione o liquefazione che i terreni costituiti da depositi sabbiosi, quelli su cui si prevede di edificare, potrebbero subire sotto sisma.
E’ vero che questa amministrazione ha ereditato decenni di malgoverno del territorio, ma è indubbio che lo studio Enea, più volte richiamato quale prezioso, imprescindibile strumento conoscitivo, non è stato conferito da questa amministrazione, e che la stessa amministrazione non si é distinta per interventi mirati alla salvaguardia del dissesto idrogeologico, sia lungo i versanti, sia lungo le coste.
In entrambi i frangenti non è riuscita a proporre una pianificazione coerente con le necessità del territorio e una progettualità aggiornata. Ha proseguito sulla strada degli interventi volti all’irrigidimento del territorio, continuando a sottrarre suolo e resilienza.
Del resto la pretesa di occupare le aree ZIR e ZIS con nuove costruzioni da sottrarre a qualsiasi controllo ambientale, la dice lunga sulla sensibilità dell’amministrazione.
Amministrazione che, non ha potenziato gli uffici tecnici comunali programmando, ad esempio, l’assunzione dei 6 geologi presenti nel piano del fabbisogno del personale già dal 2012, né tanto meno, ha avviato studi o programmi di previsione e prevenzione per le politiche di governo del territorio.
Sul piano, quindi, della tutela del territorio e della prevenzione del rischio, il voto all’Amministrazione Accorinti è di ampia insufficienza.