Salvacolline, Santalco: Accorinti e De Cola incompatibili ma hanno votato

Salvacolline, Santalco: Accorinti e De Cola incompatibili ma hanno votato

Rosaria Brancato

Salvacolline, Santalco: Accorinti e De Cola incompatibili ma hanno votato

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venerdì 09 Marzo 2018 - 12:44

Il consigliere comunale: "Ho scoperto di avere uno zio proprietario di terreni quindi mi asterrò, ma anche Accorinti ha 8 terreni e De Cola due nipoti diretti proprietari di aree nell'ambito della Variante. Eppure non si sono astenuti. Il dubbio me lo pongo"

Ho ricevuto la mail dell'assessore De Cola che indica le modalità dell’obbligo di astensione sul Salvacolline in base al grado di parentela che un consigliere può avere con proprietari di terreni e immobili interessati alla Variante. Ho scoperto che c’è un mio zio, quindi mi asterrò. Tra le 4.200 pagine che l’amministrazione ha trasmesso con l’elenco di 63.500 proprietari ho però scoperto che anche il sindaco Accorinti ha 8 terreni nell’area interessata alla Variante al Prg. E anche l’assessore all’urbanistica De Cola ha due nipoti, Federico e Giuseppe, figli del fratello e collega di studio Bruno. Val la pena ricordare che sia Accorinti che De Cola hanno votato almeno 3 delibere di giunta sulla Variante. Non si sono astenuti.. Io qualche quesito adesso me lo pongo”.

Un interrogativo che peserà come un macigno su un provvedimento che da mesi è al centro di polemiche e che il capogruppo di Felice per Messina, il forzista Giuseppe Santalco, si pone anche a nome di altri consiglieri, almeno una decina che hanno scoperto da ieri di avere parenti, anche lontani, interessati a particelle di terreno e che si asterranno, ma che si chiedono come mai sindaco e assessore non si siano astenuti “Non so se si possa ipotizzare la violazione dell'art. 16 della legge regionale del 23 dicembre 2000 n°30 reato-commenta Santalco- E se vale per noi a maggior ragione deve valere per chi amministra”.

La norma infatti prevede l’obbligo di astensione sia alla discussione che al voto relativamente agli strumenti urbanistici nei casi specifici in cui sussista correlazione immediata e diretta tra il contenuto della delibera e specifici interessi suoi o di parenti o affini fino al quarto grado. L’incompatibilità deve ritenersi sussistente nell’ipotesi di approvazione di una Variante al Prg comportante il cambiamento di destinazione di aree appartenenti al consigliere o ad un congiunto. Ipotesi questa che ovviamente vale sia in termini migliorativi nella destinazione che peggiorativi.

Il rischio è quindi che si possa votare in condizioni di conflitto d’interesse palese o inconsapevole.

Santalco ha quindi elencato le delibere votate da De Cola e Accorinti.

1-la delibera n°113 del 14 febbraio 2017 (peraltro approvata in giunta il giorno prima della votazione sulla sfiducia al sindaco, poi bocciata). Nel verbale risulta votata sia da Accorinti che da De Cola

2-la delibera n°98 dell’8 febbraio 2017, votata da entrambi

3-la numero 834 del 18 maggio 2017 (assente Accorinti, presente De Cola)

4-la delibera 687 del 26 settembre 2017, che amplia i confini della Variante in seguito ad un emendamento presentato dallo stesso Santalco che evidenziava alcune carenze in questa direzione (votata da Accorinti e De Cola).

In conferenza stampa Santalco ricorda poi la famosa lettera dell’ormai ex dirigente del dipartimento urbanistica Vincenzo Schiera, datata 11 agosto (pubblicata anche da Tempostretto) nella quale evidenziava le criticità di alcune scelte inserite nel Piau che non erano state adottate dal dipartimento e che non condivideva. Posizione quella di Schiera che gli è costata “la testa” a distanza di pochi mesi, con trasferimento ad altro dipartimeno.

Adesso dovremmo trovarci ad affrontare un dibattito senza il dirigente che la Salvacolline ha seguito, e ci sarà in Aula un dirigente che non conosce il provvedimento. Inutile ricordare poi le perplessità del Genio civile, le indicazioni negative della CUC, commissione urbanistica comunale, o ancora il no corale degli ordini professionali, di Sicindustria, di Legambiente, dei sindacati, dello stesso M5S, di CapitaleMessina. L’amministrazione con pervicacia sta proseguendo su una strada che è l’esatto opposto della condivisione. C’è persino una raccolta di firme contro i danni che saranno causati a chi risiede nella ZONA Q”.

Il consigliere comunale ha poi elencato le altre motivazioni che sono emerse nel corso di questi mesi, dalle problematiche legate alla mancata pubblicazione nelle testate locali dell’avviso della banca dei volumi, cosicchè ci sono centinaia di proprietari di terreni che non sanno se l’area è stata declassata o se invece risulta tra quelle che possono essere rivalutate. Le criticità della Zona q, dove non è possibile neanche ampliare una veranda e dove molti proprietari di aree se non hanno avviato attività rischiano di avere terreni che non valgono assolutamente nulla. E ancora, le criticità legate (ed evidenziate da Genio Civile e Cuc) al trasferimento dei volumi nelle zone ex Zir ed ex Zis con rischi di speculazioni edilizie o di sovrastima. La mancata zonizzazione sismica di terzo livello su tutte le aree interessate, come richiesto anche dal Genio Civile con la conseguenza che si spostano i volumi sulla zona Zir e Zis senza sapere se è a rischio.

“Quando ho chiesto all’assessore mi è stato risposto che non c’erano soldi e l’incarico è stato affidato alla Regione che chissà quando lo realizzerà. Mi chiedo a questo punto, ma perché non attingere al Masterplan per avere finalmente uno studio di questo genere?”

Anche il consigliere Claudio Cardile ha scoperto ieri di essere incompatibile e come lui altri colleghi. La situazione si fa sempre più complessa e mentre il coro di no si fa più forte Santalco conclude: “A fronte di tutte queste premesse io invito l’assessore a non mettere la polvere sotto il tappeto ed a RITIRARE LA DELIBERA”.

Rosaria Brancato

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