Come già per Stefano Rottino, il Tribunale del Riesame di Messina ha confermato l'arresto anche per il pentito Carmelo Bisognano. Il collegio (presidente Genovese) ha rigettato la richiesta del difensore, l'avvocato Fabio Repici, confermando il provvedimento cautelare nei confronti dell'ex boss dei mazzarroti, coinvolto nell'inchiesta denominata "Vecchia Maniera". "Melitto" Bisognano è accusato di aver "aggiustato" il tiro sulle dichiarazioni nei confronti del costruttore di Gioiosa Marea Tindaro Marino, a suo tempo accusato proprio dal pentito di essere interno al clan di Barcellona. Secondo gli investigatori, Bisognano avrebbe parzialmente ritrattato perché nel frattempo si sarebbe messo in affari con Marino. A indicarlo, le intercettazioni telefoniche, che hanno svelato come il pentito continuasse ad avere rapporti con due fedelissimi del clan, entrambi pregiudicati e affatto pentiti, come Stefano Rottino e Angelo Lorisco.
I due sono stati violentemente aggrediti in carcere, la scorsa settimana, da due gruppi di mazzarrotti., e cioè Salvatore e Angelo Bucolo, Maurizio Trifirò, Santino Benvenga, Carmelo Maio, Sebastiano Torre, Mario Pantè e Marco Chiofalo. Tutti sono stati adesso trasferiti da Gazzi ad altre strutture penitenziarie. A base dell'aggressione, secondo le prime risultanze investigative, ci sarebbe proprio il fatto che i detenuti hanno scoperto come i due sodali collaborassero attivamente con Bisognano.
Il Riesame deve ancora completare l'esame delle richieste difensive di tutte le persone coinvolte nell'operazione Vecchia Maniera. Lunedì, in particolare, è la volta di Marino, condannato per concorso esterno e al quale la DDA di Messina ha messo sotto chiave l'azienda Marinoter, il maneggio tra Gioiosa e Brolo e altri beni.
Toccherà poi al Commissariato di Barcellona- che ha condotto le indagini – e ai Pm Vito Di Giorgio e Angelo Cavallo tirare le somme e decidere come proseguire, negli accertamenti sul pentito in troppi stretti rapporti con i mafiosi. Sin qui le sue dichiarazioni sono state fondamentali per i risultati conseguiti dalle forze dell'Ordine nella zona di Barcellona, visto che sono alla base dei blitz "Gotha".
E a proposito di pentitismo e del processo Gotha in particolare, proprio recentemente la Cassazione si è pronunciata sulla vicenda che riguarda la prescrizione delle accuse di omicidio. Lo scorso anno gli avvocati di parte civile Ugo Colonna e Paolo Pino hanno contestato la richiesta di prescrizione avanzata dalla DDa nei confronti di Bisognano e dell'altro pentito, Santo Gullo, in relazione a due diversi omicidi commessi tra il 1994 ed il 1996, durante la guerra di mafia.
“Nella loro requisitoria – hanno sostenuto gli avvocati– i sostituti procuratori hanno concesso l’attenuante speciale della collaborazione ritenuta probabilmente equivalente alla contestata aggravante della premeditazione. Secondo la Suprema Corte, però, il delitto di omicidio aggravato, punibile in astratto con la pena dell’ergastolo, è imprescrittibile, anche se le circostanze aggravanti siano state ritenute equivalenti o subvalenti, in sede di giudizio di comparazione, alle circostanze attenuanti.
Alessandra Serio