“I messinesi si sono visti vendere per la seconda volta la Fontana di Trevi. La prima volta con il sindaco Genovese e la seconda con Accorinti sindaco…..”
Parole e musica di Nina Lo Presti che insieme al collega Gino Sturniolo hanno acceso i riflettori su quelle piccole fontane di Trevi che in riva allo Stretto sono state spacciate ai messinesi per oro colato. Il riferimento è ai documenti contabili, ma il giudizio su quella giunta che i due consiglieri, ex Cambiamo Messina dal basso, danno dell’amministrazione che hanno contribuito a fare eleggere su ben altri presupposti è durissimo. “Noi siamo qui questa mattina non per parlare della nomina di Conti Nibali assessore-spiegano- ma per ristabilire la verità sui fatti”.
In piena bufera per la nomina (al momento della conferenza stampa ancora Conti Nibali non aveva rinunciato) le dichiarazioni non sono mancate ma a far saltare sulla sedia i due consiglieri sono state le dichiarazioni entusiaste di Accorinti e Signorino su quel bilancio previsionale 2014 approvato poco prima della mezzanotte del 31 e presentato alla città come l’inizio di una raccolta di risultati quando in realtà è appunto un documento contabile che fa riferimento alle previsioni di spesa del 2014. Signorino peraltro si è anche lasciato andare alle consuete bacchettate nei confronti di un Consiglio comunale che dal suo punto di vista non è abbastanza “solerte” a votare senza battere ciglio tutto quello che l’amministrazione porta in Aula. “Se noi consiglieri siamo Alice nel Paese delle meraviglie questa è la giunta di Pinocchio”, ribadiscono Sturniolo e Lo Presti che proprio sui conti hanno acceso quei riflettori che invece la “maggioranza bulgara trasversale” dell’Aula preferisce non accendere.
“Per noi non c’è differenza tra Elio Conti Nibali e Guido Signorino, questa giunta è ormai un monocolore e l’ultima nomina ha un valore simbolico- spiega Gino Sturniolo- Il primo atto politico che ha fatto Accorinti, subito dopo la sua elezione è stato scaricare il gruppo consiliare di Cambiamo Messina dal basso, adesso con la nomina di Nibali si è chiuso il cerchio. Renato dovrebbe abbandonare due espressioni: Cambiamo Messina dal basso e partecipazione. Il modello politico che sta portando avanti è accentratore. E’ un’involuzione rispetto al sistema dei partiti, con una logica fortemente anti-democratica”.
Sturniolo si è poi soffermato sui conti ed in particolare sulle dichiarazioni di Signorino a proposito dei 60-70 milioni del fondo di rotazione e destinati a Messina sottolineando come queste somme finiranno in tasca solo ai creditori dell’amministrazione (che in gran parte non risiedono in città) “senza riattivare così il circuito di sviluppo. I cittadini invece pagheranno le conseguenze di questo fondo attraverso l’aumento di tasse e tributi”.
Sugli strumenti contabili, compreso l’ormai noto piano di riequilibrio è Nina Lo Presti a sparare a zero punto per punto, replicando parola per parola a quanto dichiarato dal vicesindaco a proposito delle “doti taumaturghe” di questi bilanci.
“Se Accorinti sarà sempre assolto per non aver compreso il fatto- taglia corto la Lo Presti- altrettanto non possiamo dire per Signorino che invece sa bene di non aver detto la verità. Nessuno ha il diritto di mentire e noi qui oggi vogliamo ristabilire la verità”.
Frase per frase Nina Lo Presti smonta le dichiarazioni di inizio anno sin da quel “giro di boa annunciato da Signorino che il Devoto Oli spiega che oltre il quale si torna indietro per ricominciare e questo un po’ ci inquieta. Il vicesindaco ci accusa di essere Alice nel paese delle meraviglie ma di fronte al vilipendio della verità dobbiamo ricordare che 4 dei 5 documenti contabili che questa giunta sbandiera d’aver approvato sono obbligatori, pena il commissariamento, ed il quinto è il piano di riequilibrio, frutto di una scelta politica. Il pluriennale, peraltro, al momento in cui è stato presentato al Ministero ci ha visto in condizioni tali da non avere i requisiti perché venisse accettato. Signorino parla poi di indebitamento storico, eppure di questo indebitamento non c’è traccia nei documenti contabili portati in Aula dal momento che viene tolto”. In sostanza l’indebitamento degli anni scorsi (al quale si deve aggiungere quello di questa amministrazione che supera 1 milione e 700 mila euro) non viene riportato nei documenti contabili portati in Consiglio, ma spostato nel Pluriennale. “Fino a quando il Consiglio non approverà i consuntivi Atm e delle altre partecipate le perdite di esercizio non possono essere attribuite al Comune e se aggiungiamo che non sono stati votati i contratti di servizio appare persino blasfemo non ritenere illegittima la loro inclusione nel piano decennale di riequilibrio”. I due consiglieri entrando nel dettaglio dei conti fanno capire come forse Alice è chi ha approvato quelle delibere e non chi ha chiesto di vederci chiaro. L’analisi passa poi al Patto di stabilità, alle indennità strapagate a dirigenti nonostante molti dipartimenti siano stati la causa di debiti fuori bilancio, fino a quanto accaduto a fine anno. “Per il consuntivo 2013 appaiono due rendiconti: nel primo si ha un avanzo di 6 milioni di euro, nel secondo, con un numero di protocollo successivo, con un disavanzo di 2 milioni di euro, fatto questo che non può non sottolinearsi”. E’ quindi alla luce delle dichiarazioni trionfali del sindaco e del vicesindaco sui bilanci che Sturniolo e Lo Presti avvertono i rischi di “una vendita della Fontana di Trevi”, perché lo sviluppo non è affatto legato a questi atti e non dimentichiamo che il piano di riequilibrio non sappiamo ancora che fine farà.
“Quel che più preoccupa- commenta amaramente Sturniolo- è che dopo questa esperienza amministrativa ci sarà il deserto per le associazioni ed i movimenti perché la sinistra non avrà più altre possibilità dopo quest’esperienza. Io spero che Accorinti rinsavisca al più presto altrimenti non ci sono speranze per il futuro”.
Rosaria Brancato