“Nel profondo rispetto delle istituzioni e nel fermo convincimento che le regole democratiche alla base del rinnovo della rappresentanza debbano essere scevre da ogni ambiguità”, il comitato No Proroga Rettori ha ripreso in mano carta e penna ed ha indirizzato nei giorni scorsi una lettera aperta al Decano dell’Ateneo peloritano Salvatore Berlingò ed al Responsabile d’Ateneo per la prevenzione della corruzione.
L’invito: una presa di posizione pubblica e di garanzia inerente modalità e svolgimento della competizione elettorale nell’interesse supremo ed esclusivo dell’Ateneo.
“In premessa al decreto del 17 aprile scorso, con il quale viene anticipata al 23 Maggio la prima convocazione del corpo elettorale per il rinnovo della carica di Rettore, inizialmente fissata per il 24 – scrivono i No Proroga – il Decano ha ricordato l’esistenza di alcune questioni preliminari relative, si legge, alla “probabile l’emanazione di un nuovo Regolamento per le elezioni del Rettore, sul quale si è già espresso il Consiglio di Amministrazione. Il testo sinora elaborato non elimina possibili dubbi né sui tempi dello spoglio né sulle modalità attraverso le quali debba essere computato l’intervallo di tempo fra le due votazioni ed il periodo di venti giorni seguenti rispetto la prima votazione per la presentazione delle candidature”.
“Posizione – ricordano gli esponenti del comitato – che rende possibile proporre la propria candidatura alla carica di Rettore a meno di un mese dall’ apertura delle urne perché l’Università di Messina – si legge testualmente – non è stata in grado di dotarsi di una normativa capace di regolamentare elezioni di vertice dell’Ateneo”.
Inoltre professore Berlingò, secondo i No Proroga, avrebbe espresso valutazioni negative rispetto al documento licenziato dal Consiglio di amministrazione nella seduta dello scorso marzo: “Il testo – si legge ancora – non integrerebbe a sufficienza quanto previsto dallo Statuto, dando adito ad una indeterminazione procedurale che il Decano ha ritenuto di affrontare e risolvere in prima persona attraverso un proprio decreto.
Vale la pena sottolineare – proseguono i No Proroga – come l’ordinanza 01085/2010 del novembre 2012, con la quale il T.A.R. di Catania respingeva la richiesta di elezioni anticipate, citata peraltro nella convocazione del Decano del 27 marzo scorso, richiamasse a “regolamenti attuativi del nuovo statuto anche con riferimento alla disciplina di elezione del nuovo rettore”.
“La mancata adozione dei quali, da adottare entro il prossimo 30 settembre – sostengono – avrebbe reso impossibile l’elezione del rettore “non potendosi procedere secondo le norme fissate dalla previgente disciplina regolamentare, che ormai ha perduto efficacia”.
Ed a fronte dei fondati motivi di perplessità espressi dal professore Berlingò, i No Proroga sollevanio i propri dubbi: “In base alla legge 97/2001 ed all’indomani della pesante condanna per i reati di tentata concussione continuata ed abuso di ufficio che il Tribunale Penale di Messina ha inflitto in primo grado al professore Tomasello, questi avrebbe dovuto immediatamente essere sospeso o avrebbe dovuto sospendersi dalle funzioni di Rettore.
Qualora tale interpretazione, segnalata al MIUR mediante un esposto al quale non mai è pervenuta risposta – si legge nel testo – ed oggetto di una denuncia-querela alla Procura della Repubblica di Roma e di Messina, dovesse trovare conferma da parte della autorità giudiziaria, gli atti deliberati dagli organi accademici di governo presieduti da Tomasello, inclusa l’approvazione del regolamento per l’elezione del Rettore, dovrebbero essere considerati nulli.
Mentre laddove sull’applicabilità della legge 97 del 2001 dovessero residuare dubbi, la stringente normativa in materia di inconferibilità e incompatibilità di incarichi presso le pubbliche amministrazioni e presso gli enti privati in controllo pubblico, che entrerà in vigore il 4 Maggio 2013, dà contezza della impossibilità per il professor Tomasello di poter continuare ad esercitare le funzioni di Rettore, presidente della Fondazione e direttore dell’Unità Operativa Complessa di Neurochirurgia del Policlinico”.
Sempre in riferimento alle elezioni per il rinnovo della carica di Rettore i No Proroga sollevano l’esistenza di un‘ulteriore nodo irrisolto: “L’assordante silenzio con il quale l’Ateneo ha appreso della condanna comminata a Tomasello e ad alcuni docenti di Medicina Veterinaria sino alla recente conferma in Cassazione della condanna ai concorrenti nel reato, che avevano fatto ricorso al rito abbreviato, costituita da possibili ricadute della sentenza del Tribunale Penale di Messina del 20 febbraio e della sentenza della Suprema Corte in termini di elettorato attivo.
Al voto – sottolineano i No Proroga nella lettera inviata al Decano ed al responsabile per la prevenzione della corruzione – potrebbero non avere diritto sia coloro che sono stati dichiarati interdetti con sentenza passata in giudicato sia coloro che risultino sospesi di diritto.
La delicatezza della questione ci induce, qualora le sentenze menzionate non fossero ancora nella disponibilità dell’Ateneo – conclude il documento – a formulare un pressante invito alla magistratura affinché si verifichi la corretta e tempestiva notifica degli atti alle amministrazioni di competenza per l’adozione di opportuni provvedimenti.
Di recente è stato sollevato, passando del tutto inosservato, il paradosso che a presiedere le sedute del 22 e 23 marzo scorso, in cui gli organi di governo erano chiamati a nominare il Responsabile di Ateneo per la prevenzione della corruzione, in ottemperanza alla legge 190 del 2012, vi fosse un docente che in base alla medesima legge non avrebbe potuto esercitare le funzioni di Rettore.
E’ in atto un malcelato tentativo di rimozione collettiva di uno scandalo che ha scosso nelle fondamenta la nostra Università –denunciano infine – il rischio che si intravede è lo spettro di una nullità che possa giungere ad inficiare il momento più delicato nella vita del nostro Ateneo”.
Emma De Maria