Il Pd dalle nostre parti è un partito assai strano, la parola d’ordine è “mischiare le carte” in continuazione e creare caos. Esattamente un mese fa, dopo una lunga catena di polemiche nei confronti del segretario provinciale, Basilio Ridolfo , persona perbene e uomo di partito, ha deciso di fare un passo indietro, pensando in questo modo di aprire un percorso più facile verso la riconciliazione tra le parti. Dopo la lettera di dimissioni di Ridolfo, il segretario regionale del Pd Fausto Raciti aveva annunciato imminenti interventi, per lo più indirizzati verso il commissariamento. Per un mese però non si è mossa foglia perché nel frattempo il Pd è finito nel vortice di altre polemiche, quelle relative al rimpasto del Crocetta bis e quelle per la lista delle Europee.
Finiti gli scontri il Pd regionale si è ricordato che aveva lasciato nel congelatore la vicenda Messina. Come fare però alla vigilia delle Europee? Meglio rinviare tutto al dopo 25 maggio e nel frattempo creare uno staff per gestire le fasi elettorali anche per le amministrative previste in numerosi comuni della provincia di Messina.
Nel pomeriggio si è quindi svolta una riunione alla presenza del segretario organizzativo regionale Rubino, e dei rappresentanti delle diverse anime. Ma dal cilindro quale ipotesi è spuntata? Ebbene, dopo le contestazioni dei mesi scorsi da parte di renziani e civatiani sulla gestione Ridolfo, definita troppo genovesiana (del resto lui non ha mai fatto mistero della sua posizione politica), portandolo quindi a fare un passo indietro, il Pd oggi ha proposto al segretario provinciale dimissionario di “sospendere” le dimissioni fino a fine maggio per traghettare il partito locale durante le elezioni… Insomma una sorta di “dimissioni ad orologeria” che andavano bene il 4 aprile ma non vanno bene il 4 maggio e poi chissà, tra un mese.
Roba da film. Ovviamente Ridolfo ha declinato l’invito, memore anche degli scontri dei mesi scorsi e di una situazione che, al di là delle speranze e dei buoni propositi, è obiettivamente ingovernabile. Del resto per il Pd messinese, dilaniato dalle divisioni e scosso dall’inchiesta sulla formazione, le Europee costituiscono il primo banco di prova del dopo-sisma, peraltro un’operazione a cuore aperto, dal momento che il 7 maggio la Giunta per le autorizzazioni a procedere voterà sulla richiesta d’arresto per Genovese e successivamente la palla passerà alla Camera per il voto definitivo.
Le prossime settimane non saranno quindi affatto tranquille. Alla fine si è deciso di creare uno staff organizzativo composto da 10 persone in rappresentanza delle diverse anime che si occuperanno della gestione delle fasi precedenti alle elezioni. Quanto al futuro, se ne parlerà dopo il 25 maggio anche alla luce degli esiti delle urne in riva allo Stretto.
Rosaria Brancato