Regionali, destra e sinistra scrivono il manuale della sconfitta perfetta

Quanto sta accadendo in queste settimane in Sicilia tra non molto diventerà materiale di studio su fenomeni misteriosi & affini.

Tra due mesi i siciliani torneranno alle urne ma sia nella coalizione di centro-destra che in quella di centro-sinistra si sta studiando in modo quasi scientifico la formula per trasformare un possibile fallimento in un disastro.

Incuranti del fatto che il M5S è da tempo in campagna elettorale con tanto di programma e candidato nonché di candidati nelle liste provinciali, gli esponenti dei due fronti litigano, fanno pace, abbozzano coalizioni al mattino ed il pomeriggio le demoliscono, rilasciano dichiarazioni nei giorni pari che sono l’esatto opposto di quelle dei giorni dispari.

Soprattutto coltivano candidati come funghi d’autunno, così che ogni giorno ne spunta uno diverso sul quale accapigliarsi il giorno successivo.

CENTRO-DESTRA

Il capolavoro della sconfitta perfetta è in corso di definizione nel centro-destra.

In realtà non è neanche un capolavoro originale perché è il remake di quello andato in scena nel 2012. Cinque anni fa il centro-destra si divise perché Miccichè convinse Berlusconi di essere un candidato di gran lunga più gradito di Musumeci. La doppia candidatura consegnò la Sicilia a Crocetta con le conseguenze note a tutti.

Adesso, a due mesi dalle urne, Miccichè e i cuffariani hanno convinto nuovamente Berlusconi che c’è un altro candidato più gradito di Musumeci ai siciliani, ovvero l’ex assessore della giunta Lombardo Gaetano Armao. Per la verità in casa Forza Italia non la pensano tutti come Miccichè ed in molti chiedono al Silvio nazionale di togliergli nuovamente l’incarico di coordinatore regionale. A destra Salvini e Meloni confermano l’appoggio a Musumeci che da alcune settimane è in campagna elettorale e spuntano già i primi manifesti: un profilo stilizzato dell’attuale deputato regionale con la scritta “l’unico pizzo che piace ai siciliani” (con riferimento alla barbetta).

Armao, forte del sostegno di Berlusconi, dei centristi di Cantiere Popolare, Udc di Cesa e autonomisti ha avviato la seconda fase della raccolta online delle adesioni al 'Manifesto per il futuro della Sicilia', promossa dal suo movimento dei SicilianIndignati. All’indirizzo www.sicilianindignati.eu/manifesto, è possibile sottoscriverlo. Su facebook in due settimane il movimento ha registrato circa 6.000 aderenti al progetto.

I margini di un ticket Musumeci-Armao o di una mediazione sembrano essersi ridotti con il passare delle ore. L’idea di chi propone Armao è anche quella di portare verso destra gli alfaniani, facendoli convergere su un moderato. Ipotesi che però sembra ormai scontrarsi con la decisione del ministro di restare nel centro-sinistra (anche in vista delle Politiche e della nuova legge elettorale).

A destra quindi il percorso della sconfitta perfetta va a gonfie vele ma potrebbe anche essere un modo per Berlusconi di pesarsi e di essere pronto a perdere l’isola guardando invece agli scenari ed alle alleanze del 2018.

CENTRO-SINISTRA

Anche a sinistra però si lavora alacremente per il disastro, che va ad aggiungersi ai 5 anni del governo Crocetta.

Ai pellegrinaggi dal presidente del senato Pietro Grasso, che ha detto no per due volte, è seguito un toto nomine lungo quanto l’elenco alfabetico. Tra veti e paletti, il cerchio sembra essersi ristretto nelle ultime ore. Ma, a sorpresa, sul suo nome sono già iniziati i distinguo ed anche il centro-sinistra sembra destinato a correre diviso.

Nelle ultime ore infatti ha vinto la linea di Leoluca Orlando e del suo “modello Palermo”, un nome moderato e civico in grado di far convergere i partiti. Il prescelto è il rettore di Palermo, Fabrizio Micari. Dopo le iniziali titubanze tra centristi, alfaniani e dem, pare che si sia trovata l’intesa. Lo stesso Renzi che non vuol affatto legare il suo nome (e le sue sorti future) al destino delle urne siciliane, ha preferito un nome esterno a quello di un fedelissimo come Davide Faraone, proprio per non bruciarlo e non bruciarsi. La scelta di Micari non fa fare salti di gioia ad Alfano ed ai suoi, che preferivano l’europarlamentare Giovanni La Via, ma l’accordo con i Dem è ormai concluso e anche AP sosterrà quello che viene definito dal segretario regionale Pd Raciti “il campo largo”. Quel che conta, sostengono, più che il nome è il traino delle liste a supporto, quindi Pd, lista dei territori, centristi, AP, Sicilia Futura. Mentre Orlando e Raciti stavano per brindare all’intesa a guastare la festa hanno pensato Sinistra Comune e Rifondazione Comunista ed a ruota anche Art.1-MDP.

In questo caso la rottura non è sul nome, ma sugli alleati, ovvero Alfano e Alternativa Popolare.

Dall’incontro tra la Segreteria Regionale di Rifondazione Comunista ed una delegazione di Sinistra Comune è emersa la volontà “di una proposta inclusiva che evidenzi la rottura con l'esperienza del Governo Crocetta e l'inesportabilità del "modello Palermo" in chiave regionale e nazionale”.

Rifondazione Comunista lavorerà alla costruzione di una lista unitaria della Sinistra così come farà con Sinistra Italiana, Articolo 1-MDP e le altre forze politiche e di movimento che incontrerà nei prossimi giorni. La sinistra punterà sull’editore Ottavio Navarra e su quello che lui definisce il “ polo della speranza, del cambiamento e della svolta."

Il Pd non ha affatto preso bene la decisione dell’ala sinistra di correre da soli, come si evince dalle dichiarazioni del segretario regionale Raciti: "Non è più tempo di giochi e tatticismi vari: il pd è disponibile a replicare il campo largo come a Palermo ed a ragionare su un candidato autorevole e riconosciuto nella società civile. Se c'è chi vuole assumersi la responsabilità di consegnare la Sicilia alle destre o ai populismi faccia pure. Noi non li seguiremo". Il Pd ha comunque iniziao anche a frenare su Micari, definito un candidato troppo palermocentrico e meno conosciuto altrove.

In questo quadro c’è Crocetta che continua a dirsi candidato e a tappezzare di manifesti la Sicilia. Chi ha governato con lui in questi 5 anni però (centristi, Pd, Sicilia Futura) lo considerano un po' come il nonnino lasciato sulla sedia a dondolo a brontolare a fine serata…..

Una situazione talmente paradossale questa delle due coalizioni che ha spinto l'ex grillino Riccardo Nuti a ipotizzare, come qualcuno ha fatto per Roma "un complotto per fare vincere il M5S" e consegnare una Sicilia in macerie e ingovernabile"

Rosaria Brancato