Ambiente e industria a Milazzo: i progetti dei sei candidati

Turismo, politiche sociali, cultura: chi più ne ha più ne metta. Le parole in questi giorni sono fiumi in piena e i programmi elettorali sembrano essere tutti pieni di buone intenzioni. Vediamo quali sono i progetti dei candidati allo scranno più alto di Milazzo in tema ambiente e industria, uno dei temi più scottanti.

Tema comune è sicuramente la riconversione e il mantenimento dei posti di lavoro collegati all’industria: c’è chi, come Marano, punta molto sull’ambiente e chi in poche righe sintetizza tutto ciò che c’è da fare.

Ma vediamo nel dettaglio cosa scrivono i sei candidati.

Per il candidato Ragusi la priorità della salute dei cittadini è abbinata alla salvaguardia dei posti di lavoro, e propone una posizione di terzietà nei confronti della grande industria. Il candidato opta poi per un controllo sugli investimenti relativi all’ammodernamento degli impianti e per un azzeramento delle emissioni nocive: controllo dell’inquinamento quindi ed inflessibilità nel comminare altissime sanzioni su ogni minimo sforamento dei valori massimi previsti dalla legge.

Il candidato green Giuseppe Marano punta molto sull’ambiente, e vuole creare per il cittadino un ambiente più vivibile, salutare e confortevole, difendendo il verde pubblico e riducendo l'inquinamento in ogni sua forma. Per Marano la città di Milazzo, dichiarata Zona ad alto rischio di crisi ambientale dal 2001 e Zona SIN di interesse nazionale da sottoporre a bonifiche e caratterizzazioni dal 2006, è un territorio altamente inquinato da prodotti petroliferi sia in aria che nel suolo e nelle falde acquifere, per cui si necessita urgentemente di bonifiche e piani di risanamento. Marano propone quindi l’uscita dalla raffinazione del petrolio avviando con Eni una concertazione pubblica per la riconversione industriale degli impianti, così come si sta effettuando a Porto Marghera e a Gela, con il mantenimento e l’aumento del livello occupazionale; non manca naturalmente la legge Seveso e i piani di emergenza esterni per la popolazione in caso di incidente rilevante.

Giovanni Formica scrive nel programma “nessuna sudditanza e nessun cedimento al ricatto occupazionale”, e le definisce le parole d’ordine attraverso le quali l’amministrazione si riapproprierà della funzione che la legge le assegna. Il candidato punta ad un rapporto leale, ma duro con le industrie, a cui verrà chiesto di impiegare le migliori tecnologie per l’abbattimento delle emissioni. Formica chiama in causa anche l’ASP, a cui verrà chiesto di conoscere il reale stato di salute della popolazione attraverso l’esame delle esenzioni per patologia dal pagamento del ticket sanitario. Allo stesso tempo, si lavorerà per ottenere un impianto di monitoraggio degli inquinanti moderno ed efficiente, per verificare la qualità dell’aria, dell’acqua e del suolo e per avviare le bonifiche ed il risanamento del territorio. Si parla di piani di emergenza per i rischi di incidenti rilevanti così come di eventi naturali di particolare gravità.

Carmelo Formica punta alla riconversione degli impianti industriali nella piena osservanza degli standard normativi europei EMAS ( il sistema comunitario di eco-gestione e audit) per garantire il rispetto dell’ambiente e della salute umana. In questo modo si potrà assicurare un attento monitoraggio continuo e veritiero delle emissioni di sostanze nocive nell'ambiente, seguito dalla costante e chiara informazione sullo stato di salute dell'aria alla popolazione.

Il candidato Lorenzo Italiano parla di centri di prevenzione e screening oncologici, richiedendo alla grande azienda un polo di prevenzione medico e di monitoraggio per le neoplasie: si punta a salvaguardare la salute dei cittadini, esposti in questi anni ad un alto rischio ambientale dovuto alle emissioni nocive del polo industriale. Dialogo e monitoraggio dell’area quindi, per un controllo sul rispetto delle normative vigenti. Il candidato parla poi di un grande polo di gestione emergenze in concordanza con l’Istituto Nazionale di Geologia e vulcanologia e l’Università di Messina, per gestire e monitorare l’area esposta ai rischi ambientali, al dissesto idrogeologico e ai terremoti, in ossequio a quanto previsto dalla normativa, al fine di tenere sempre aggiornati i cittadini sullo stato ambientale del territorio ed essere preparati in caso di emergenza.

Carmelo Pino, sul rapporto ambiente e industria, progetta la definizione di un piano globale verde (green city) che promuova la cultura dell’ecologia e la vigilanza sulla rigorosa applicazione delle prescrizioni previste dalle Autorizzazioni Integrate Ambientali rese dal Ministero dell’Ambiente.