“Non c’è sinergia tra i vari enti che gestiscono la portualità, e questo ha comportato scelte non sempre aderenti alle reali necessità del territorio. Questo dimostra il fallimento della classe politica messinese, soprattutto sotto il profilo delle programmazione e della visione complessiva dela città con milioni di euro persi”. E’ quanto ha dichiarato il candidato sindaco Cateno De Luca, durante una conferenza stampa sul sistema portuale e sul turismo.
De Luca si è soffermato sulla potenzialità economica dell’Autorità portuale che è la più ricca della Sicilia ed il quarto porto nazionale per produzione di Iva mentre Gioia Tauro è in crisi. Il deputato è contrario all’accorpamento con Gioia Tauro ribadendo come questo comporterebbe gravi perdite per Messina. “il patrimonio dell’AP di Messina verrebbe acquisito alle casse dell’Autorità di Sistema di Gioia Tauro che, a sua volta, le impiegherebbe per erogare misure di sostegno al reddito dei dipendenti del terminalista che gestisce, in regime di esclusiva, il porto di Gioia Tauro. Ciò significa che si arriverebbe al paradosso per cui con le entrate del porto di Messina si pagherebbero la mobilità e la disoccupazione dei portuali assunti dal terminalista di Gioia Tauro! E al tempo stesso non resterebbero risorse per gestire il Porto di Messina ed eseguire le opere necessarie al suo rilancio”.
Le conseguenze sarebbero devastanti per il futuro del porto messinese che non sarebbe neanche inserito tra i porti core sull’identità del porto si è soffermato uno degli assessori designati della squadra di De Luca
“Appare – ha detto l’assessore designato alle Infrastrutture Salvatore Mondello – opportuno scardinare il dualismo che negli anni si è creato tra il porto e la città, è improcrastinabile riavviare tutte le procedure urbanistiche e programmatiche che riportino la città ad essere un’identità territoriale con il suo porto che è l’origine della città”.
De Luca ha poi espresso la sua posizione a favore della ZES la cui eventuale perdita sarebbe collegata appunto alle conseguenze dell’accorpamento con Gioia Tauro. Ultimo affondo per l’Ente Porto e per il Punto Franco, la cui soppressione secondo il deputato regionale è frutto di una scarsa capacità d’incisione della classe politica messinese. “E’ noto che in tema di tasse e fiscalità la potestà legislativa compete al Governo centrale, ragione per la quale è stato abrogato il Punto Franco e anche l’Ente Porto di Messina che era stato istituito con un Decreto del Presidente della Regione Siciliana nel 1953. Ci piace rammentare, tuttavia, che in un’altra regione d’Italia, anche essa dotata di autonomia speciale, ma posta esattamente agli antipodi della Sicilia, ossia nella Regione Val d’Aosta, è stato istituito proprio con un Decreto del Presidente della Giunta Regionale, il Casinò di Saint Vincent, statuendo che le sue entrate costituivano a tutti gli effetti entrate della Regione”.
Sulle potenzialità turistiche del porto è intervenuta l’assessore designato Dafne Musolino spiegando: “Il Porto di Messina riceve ogni anno mediamente 360.000 passeggeri che sbarcano dalle navi da crociera”. Rispetto alla data di realizzazione della Relazione di studi di accompagnamento al PRP (redatta nell’anno 2007) – ha detto – la situazione si è notevolmente modificata in senso migliorativo, con un incremento del numero di accosti delle navi da crociera e della presenza di turisti nella città di Messina. E’ necessario individuare dei percorsi turistici, con soste organizzate per la degustazione dei nostri prodotti culinari, favorire la divulgazione delle nostre tradizioni sia attraverso la realizzazione del Museo delle arti e dei mestieri, che organizzando spettacoli folkloristici, sono iniziative indispensabili e urgenti per consentire a Messina di recuperare la sua vocazione turistica.Il Brand I’Messina è nato con questo scopo e con questa finalità, di costituire un network di realtà operanti nel territorio da far conoscere ai turisti i quali diventeranno così, loro stessi, gli ambasciatori nel mondo della nostra cultura e delle nostre opere”.