E’ un paese incarognito il nostro, un paese in cui il confronto politico è inquinato dall’odio. Stiamo assistendo a questo triste e preoccupante spettacolo nell’agone nazionale, con la vicenda del governo, e lo stiamo vivendo anche nella nostra città con una campagna elettorale che avremmo voluto concentrata sulle diverse concezioni di futuro, sul confronto anche aspramente dialettico ma reciprocamente rispettoso delle dignità altrui. E invece no, c’è chi tende a gettare benzina sul fuoco dell’insofferenza che anima a vario titolo gli elettori per volgerla a suo favore. L’on. Cateno De Luca, uno dei candidati a sindaco della nostra città, è un maestro in questo. Le invettive vengono utilizzate come arma di consenso e con il loro suono assordante coprono anche le proposte programmatiche che l’ex sindaco di Fiumedinisi e S.Teresa si impegna ad elaborare. E così capita spesso che i sostenitori vengano aizzati ora contro l’uno ora contro l’altro descrivendo scenari di congiure e malefatte che assumono valore di verità anche quando sono tutte da dimostrare. Questa strategia trova efficacia in un magistrale uso di Facebook . De Luca sa come rivolgersi agli abitanti di questo mondo così importante e così pericoloso per la democrazia: sa che basta un’accusa ben formulata, anche se non dimostrata, per scatenare una marea di commenti accaniti ed insultanti da parte di chi non si pone proprio il problema di approfondire le questioni , accontentandosi del messaggio del leader.
Questo allucinante modo di fare ha preso di mira anche il nostro giornale. In particolare siamo stati accusati con veemenza dall’on. Cateno De Luca di non aver pubblicato l’esito del sondaggio sui candidati alla carica di sindaco, lasciando intravedere chissà quali trame ai suoi danni. Questa affermazione espressa in comizi e soprattutto sull’amato terreno di Facebook, è del tutto destituita di fondamento. Il sondaggio, con i risultati momento per momento sino al dato finale, è stato ben visibile sul nostro giornale per tutta la sua durata dal primo all’ultimo giorno in cui i nostri lettori era stabilito che potessero manifestare il loro orientamento: il 24 maggio. Quindi soltanto chi è quantomeno disattento può accusarci di averne omesso la pubblicazione.
Fatta questa precisazione, dobbiamo anche aggiungere che, purtroppo, con nostro grande dispiacere, il sondaggio, che avrebbe voluto essere, come tante altre volte, un’occasione per consentire ai cittadini di manifestare liberamente il loro orientamento, si è trasformato in un terreno di battaglia in cui ha prevalso la mobilitazione delle segreterie, di alcune in particolare. Abbiamo dovuto eliminare votazioni acquisite con sistemi automatici, che successivamente al loro manifestarsi abbiamo bloccato e abbiamo anche assistito a concentrazioni anomale di voti. Insomma ci siamo resi conto che l’importanza di raggiungere un posizionamento di rilievo nel nostro sondaggio era divenuto uno strumento di propaganda. Abbiamo tentato sino all’ultimo di capire se questa occasione di democrazia potesse mantenere le caratteristiche di altre nostre iniziative del genere che, in passato, avevano funzionato riuscendo ad individuare tendenze ancora sotto traccia. Ed è per questo che nonostante i problemi, alcuni dei quali favoriti da debolezze tecniche di cui ci scusiamo ma che abbiamo sistemato in corsa, abbiamo voluto proseguire il sondaggio sino alla scadenza prevista e ne abbiamo mantenuto la pubblicazione, con la speranza che potesse tornare a prevalere la spontanea espressione dell’orientamento dei lettori. Purtroppo non è stato del tutto possibile.
Avendone preso atto, con rammarico, alla prevista scadenza del 24 maggio, abbiamo semplicemente cessato la pubblicazione del sondaggio, senza scrivere nessun articolo sui suoi risultati. Quest’ultima scelta, di cui mi assumo paternità e responsabilità, è stata assunta con la volontà di non enfatizzare il risultato di un sondaggio che indipendentemente dalla nostra volontà, si era allontanato dalle intenzioni con le quali era stato concepito. Forse è stato un errore, forse avremmo dovuto fornire subito maggiori dettagli su quanto era successo: è probabile, anzi, considerate le polemiche, posso dire che è sicuro. Ma da qui a mettere in discussione la nostra buona fede ce ne corre perché comunque, chi ha seguito il sondaggio giorno per giorno momento da quando è stato pubblicato, ha potuto rendersi conto dei correttivi adottati e ha potuto accertare la nostra volontà di mantenerci al di sopra delle parti.
Chiudo dicendo che non è certamente piacevole sforzarsi di svolgere il proprio lavoro con onestà e sentirsi additati come delinquenti dell’informazione. L’on. De Luca sappia, però, che in questi anni non abbiamo mai piegato la schiena di fronte ad analoghi episodi di intolleranza. Gli attacchi gratuiti, gli insulti, le insinuazioni a cui siamo stati sottoposti solo per aver cercato di raccontare la realtà con animo libero non hanno per nulla scalfito l’indipendenza e la buona coscienza con la quale ogni giorno offriamo il nostro servizio ai nostri sempre più numerosi lettori. In una parola, non abbiamo paura di nessuno e continueremo, nonostante tutto, a perseguire il nostro progetto.
Pippo Trimarchi