Elezioni: «I presidenti di seggio sono martiri dell’incapacità amministrativa»

«Quando chiedi ad un Presidente di seggio che ha svolto la funzione di Pubblico Ufficiale nelle elezioni Amministrative se è disposto a prendere servizio nel quinquennio successivo, questi, con assoluta fermezza, ti risponderà: “No, è una follia!” É una follia chiedere, anche al più infaticabile e diligente dei lavoratori, di svolgere un servizio (fatto di grande responsabilità, precisione ed equilibrio) per 18 ore ininterrotte, proseguendo per altrettante 18 per lo spoglio delle schede”.

E’ una vera follia in cui ricado sempre anch’io, ogni volta alla fine dell’estenuante tornata elettorale mi riprometto di non farlo più ma poi il tempo e la passione con la quale un Presidente svolge tale compito mi fa cambiare idea. I Presidenti di seggio non sono persone normali, bensì dei martiri che colmano una straziante incapacità dell’Amministrazione di gestire in modo snello e smart (termine modaiolo nelle Amministrazioni) le operazioni elettorali”.

“Le regole e le procedure poste alla base dello svolgimento delle operazioni elettorali sono prive di logica; infatti, ogni qualvolta un Presidente ed il suo entourage si siano domandati il motivo di un determinato adempimento, questi sono finiti con il perdere la ragione, concludendo che il disegno “umano” alla base sia volto esclusivamente a farli cadere in errore. Sarebbe contento Dante nel vedere realizzato per la prima volta un vero e proprio girone dell’inferno, mentre i poveri 7 responsabili del seggio (Presidente, segretario e 5 scrutatori) pensano che, forse, tutte quelle “incombenze e procedure” li libereranno dalle loro colpe terrene. Entriamo nel vivo della questione, cominciando a farci alcune domande: 1. perché il segretario (persona di estrema fiducia del Presidente: una sorta di alter ego) non può essere un parente? Questa regola, che esiste solo per le elezioni amministrative (e non per quelle nazionali e per i referendum), è posta a tutela di quale diritto e/o principio? Secondo chi scrive, ciò non causerebbe alcun “inciucio” se non quello di creare una migliore sintonia a discapito di possibili errori! Per fortuna, si sa, i Presidenti di seggio credono molto nella reciproca amicizia scambiandosi le persone di loro fiducia; 2. altra questione è il motivo per cui (anche in questo caso solo per le elezioni amministrative e regionali) il seggio verrà costituito la stessa domenica delle elezioni e non il sabato precedente”. Per non parlare dell’enorme mole di lavoro di scrittura e conteggi che si debbono sobbarcare i componenti del seggio, per finire allo sfoglio che per vincolo della legge di stabilità dev’essere effettuato dopo le 23, cioè dopo di 17 ore consecutive , uno spoglio che prevede prima la scheda del sindaco e del consiglio comunale per poi passare a un secondo spoglio che riguarda le circoscrizioni. Una vera follia pensare di essere lucidi dopo oltre 30 ore di seggio elettorale, ed ecco che poi iniziano ad affiorare nei mezzi di comunicazione i ritardi, le lentezze che non vengono addebitate all’eventuale disumano lavoro dei componenti del seggio bensì alle doti scarse degli stessi. Una continuo infierire su tutti noi componenti di un seggio allo stremo delle forze, tutti vogliono i risultati esatti e nulla più, si preoccupano dei numeri e non delle condizioni disumane in cui si trovano coloro che diligentemente cercano di svolgere il loro compito. Queste righe, questi pensieri non devono essere interpretate come un mero sfogo, ma come una “chiamata” per tutti a far proprio il disagio e la fatica della missione che noi tutti componenti di seggio, presidenti, segretari, scrutatori, forze dell’ordine e dipendenti comunali porteremo a compimento. Chiediamo a chi ci leggerà di indignarsi e, nei limiti dei propri poteri, manifestare sostegno e sollevare la questione ad altre autorità competenti. Chiediamo, inoltre, di esprimere in una nota un apprezzamento al merito per l’eroico lavoro svolto e di formulare una richiesta ufficiale di modifica delle procedure poste alla base del sistema elettorale nonché la sua avveniristica informatizzazione”.

Patrizia Caccioppo