Si fa sempre un gran parlare delle possibilità di sviluppo di questa città, di quanto la nostra sia una città di mare, votata naturalmente dunque al turismo, alla portualità e alle attività marittime in genere. Alla luce di queste considerazioni non può che considerarsi dirimente perseguire l’obiettivo dell’autonomia di una Autorità dello Stretto. Sarà compito di tutte le autonomie locali interessate portare avanti questa battaglia diversamente da quanto ha fatto e fa ancora la classe politica messinese a livello regionale e nazionale.
Al punto in cui siamo, Messina ha bisogno di rilanciare il grande sogno della centralità mediterranea dello Stretto, immaginando un grande progetto capace di attrarre investimenti significativi oltre che l’interesse del grande turismo nazionale e internazionale.
Per questo, programmare e pianificare il futuro della zona falcata, dell’area della cittadella fieristica, dell’ex gasometro, dell’area attualmente occupata dai traghetti privati e del litorale fino a Villa Sabin deve rappresentare uno dei punti fondamentali del programma del centrosinistra per il futuro della città, un programma ambizioso ma realistico, che sia capace di guardare anche oltre il limite del mandato della sindacatura.
Diversamente dal recente passato, è necessaria un’azione sinergica tra Comune e Autorità Portuale, che consenta alle due istituzioni, facendo leva su un comune sentire, di lavorare per ottenere risultati concreti nell’esclusivo interesse di questa città. E’ inspiegabile ma soprattutto inaccettabile il muro di silenzio sulla mancata approvazione del piano regolatore del porto, a distanza di circa quindici anni questa vicenda deve arrivare ad una conclusione definitiva.
Sarebbe anche interessante, in merito al completamento degli approdi a Tremestieri che l’amministrazione uscente rendesse noti i motivi per i quali, nonostante la stipula del contratto, i lavori non siano ancora di fatto iniziati.
Un’ultima precisazione va fatta in relazione alla proposta di trasferimento del traghettamento privato dentro il porto di Messina. Tale proposta rivela un approccio parziale ai problemi e rischia di alimentare le ragioni di coloro che ancora non sopportano che tutto il traffico da attraversamento sia spostato a Tremestieri, fuori dal centro urbano, appare, peraltro, intempestiva rispetto alle opere già realizzate e a quelle in corso di realizzazione oltre che dato che rischia di rinviare e ridurre la credibilità di quelle già programmate, come la piattaforma logistica.
Più specificamente voglio dare due proposte concrete.
Zona Falcata
Devono essere accelerate tutte le indagini finalizzate a conoscere il livello e il tipo di inquinamento delle aree e delle acque affinchè l’Autorità portuale, tempestivamente, proceda, con propri fondi, alla bonifica dell’intera zona.
In tal modo si attua, finalmente, il patto della falce sottoscritto tra l’autorità portuale, il comune, la regione e l’università già nel gennaio 2016.
Coerentemente con le previsioni del piano regolatore del porto deve essere definito un grande progetto di rilancio ambientale, culturale, turistico e commerciale, una vera opera di rigenerazione della zona, tenuto conto che è la parte più bella della città, nonostante in assoluto la più degradata, indispensabile risorsa per il suo sviluppo, nonostante lo spreco in cui versa.
È necessario affidarsi alle migliori professionalità nazionali ed internazionali con una visione futurista che esca dal provincialismo.
Area cittadella Fieristica fino a Villa Sabin
Trattandosi di un’area demaniale marittima va recuperato il suo rapporto con il mare prevedendo un tratto di banchinamento per il crocierismo.
Le condizioni in cui versano queste aree ormai da troppi anni evidenziano l’inadeguatezza delle istituzioni a misurarsi con reali progetti di rilancio e sviluppo della nostra città e dimostrano, da sole, la necessità di un patto tra Comune e Autorità portuale per realizzare un grande progetto ambizioso attraverso un ridisegno complessivo dell’intera area.
L’Autorità Portuale sta già realizzando alcuni investimenti per ristrutturare alcuni padiglioni della cittadella fieristica, nonché la ricostruzione del teatro, è necessario che tali interventi subiscano un’accelerazione.
Il grande progetto da definire deve prevedere la fruizione dell’area da parte della cittadinanza, il mantenimento della funzione portuale nelle aree con adeguati servizi per il crocierismo, spazi commerciali, spazi dedicati alla ristorazione e al tempo libero, spazi per l’intrattenimento, aree tematiche e naturalistiche, la tutela dell’ambiente, valorizzazione artigianato locale, servizi indispensabili per il porticciolo a secco per yacht nell’attuale sito dei traghetti privati (come peraltro ha spesso sostenuto negli anni la stessa stampa cittadina).
Solo questo può determinare occasioni per investimenti privati e lavoro per i giovani, ridando ossigeno all’economia in una città che ne ha grande bisogno, attirando l’interesse di capitali nazionali ed internazionali, ed è del tutto marginale dividersi sul dare una concessione unica o piuttosto tante piccole concessioni. Quello che conta è che si agisca con l’obiettivo di rendere Messina una città nella quale il mare torni ad essere protagonista, una città in cui credere.