In applicazione della Legge Madia, di due circolari della Regione, di un iter avviato dall’ex governo Gucciardi e dopo il confronto con i sindacati l’Irccs-Piemonte ha proceduto, tra gennaio e febbraio, alla stabilizzazione di 150 precari che da anni operavano nella sanità. I provvedimenti sono stati firmati dal Dg Aliquò e controfirmati dagli altri vertici dell’azienda ospedaliera, così come prevede la norma, Dino Bramanti compreso.
Secondo il capogruppo di Forza Italia e candidato sindaco Giuseppe Trischitta, le stabilizzazioni dei precari non avrebbero dovuto essere fatte adesso ma rinviate oppure il direttore scientifico Dino Bramanti, ormai certo candidato sindaco, non avrebbe dovuto contro firmarle (sebbene la firma sia un obbligo di legge).
“Per me è un fatto di opportunità- ha spiegato Trischitta in conferenza stampa- Chiederò l’accesso agli atti. Inoltre a mio parere Bramanti non dovrebbe incontrarsi in questo periodo con l’assessore regionale alla sanità Razza perché da un lato è l’esponente della giunta Musumeci ma dall’altro è uno dei suoi sponsor. Bramanti secondo me è incompatibile, così come il dirigente dell’ispettorato del lavoro Sciacca candidato dei 5 stelle, presenterò ricorsi e approfondirò sotto l’aspetto legale. Gestiscono soldi pubblici, quindi è mio convincimento che siano entrambi incompatibili”.
Trischitta contesta poi una convenzione siglata dall’Irccs con il Cannizzaro di Catania e la stabilizzazione di Fabrizio Sottile, medico neurologo e suo collega di partito.
“Andrò avanti per la mia strada contro le decisioni di Musumeci e Razza, perché Bramanti è stato scelto da loro, anzi, da loro e da Germanà, Amata e Genovese”.
Il direttore scientifico dell’Irccs Bramanti ricorda al consigliere comunale che le leggi si applicano e che chi non lo fa viola una norma ed il percorso per le stabilizzazioni di precari storici era stato avviato da tempo ed è giunto a conclusione nel 2018.
In casa Forza Italia invece ci sono numerosi esponenti che stanno iniziando a chiedersi se sia possibile che il capogruppo del partito, Giuseppe Trischitta, auto candidato sindaco, possa continuare a cadenza periodica a lanciare strali contro Forza Italia, contro gli alleati e contro i vari rappresentanti del partito e contro il suo stesso riferimento regionale Salvo Pogliese e se non sia più coerente a questo punto che si dimetta. In queste settimane infatti invece che presentare il suo programma ha puntato il dito su Forza Italia, sui deputati del partito e della coalizione, sul governatore, sull’assessore regionale alla sanità. Per molti quindi, anche esponenti degli altri partiti della coalizione regionale, Trischitta dovrebbe riflettere se davvero possa ancora essere il capogruppo di un partito che contesta dalla mattina alla sera
“Per coerenza dovrebbe farlo”, sostengono, sebbene sappiano che a Messina, come del resto in tutta l’isola Forza Italia non esiste come partito ma è commissariata quindi non ci sono organismi di vertice.
Il fatto poi che ieri il consigliere comunale abbia contestato l’assunzione dei precari pur di tirare sassi al centro destra è un elemento in più.
Frattanto Trischitta ha raggiunto un patto di desistenza con l’altro candidato ufficiale alla carica di sindaco, Cateno De Luca. I due non si “stuzzicheranno” ma faranno fronte comune contro gli altri candidati.
Rosaria Brancato