Pippo Trischitta inizia la sua corsa elettorale solitaria verso Palazzo Zanca. Di fronte a centinaia di sostenitori, che hanno riempito il primo piano della sala grande del Palacultura, il capogruppo al Comune di Forza Italia ha dato ufficialmente il la alla sua campagna elettorale, sfidando la sua stessa area politica, il centrodestra . E forse non è solo un caso o una coincidenza che l’esponente azzurro abbia deciso di presentare la sua candidatura a sindaco lì dove solo pochi mesi fa si è tenuto il battesimo politico di Luigi Genovese , figlio di Francantonio, il suo nemico numero uno, riuscendo peraltro a portare tanta gente, anche senza pullman organizzati.
Pochi i volti “noti” presenti (si sono visti solo la collega consigliera Daniela Faranda ed il coordinatore di Fratelli d’Italia Giuseppe Sottile, che non a caso hanno qualche mal di pancia per come si sono messe le cose dentro il partito ) ma tante le persone comuni, che non hanno lesinato applausi quando Trischitta ha iniziato a prendere di mira i suoi avversari politici. Tutti, nessuno escluso: da Francantonio Genovese a Nello Musumeci; da Nino Germanà a Elvira Amata; da Cateno De Luca agli attivisti di “Vento dello Stretto”, senza ovviamente dimenticare l’attuale sindaco Renato Accorinti.
Ad introdurre la convention politica due video, uno sui messinesi famosi (tra gli altri Nino Frassica, Tano Cimarosa, Vinncenzo Nibali, il messinese d’adozione Franco Scoglio, Gaetano Silvestri) l’altro ambientato a Contesse, lì dove Pippo Trischitta è nato e cresciuto.
«Io non ho bisogno di girare nei quartieri e fare comizi, perché io in un quartiere ci sono nato» ha detto in evidente polemica con Cateno De Luca, che da mesi ormai sta passando al setaccio tutti villaggi di Messina, prima di lanciare una stoccata ad Accorinti: «Io non farò come l’attuale sindaco, che ha abbandonato in quartieri della città al loro destino»
Dal palco del Palacultura, affiancato durante il suo intervento dal figlio, Trischitta ha rivendicato con orgoglio il suo «percorso di coerenza politica», iniziato sin da giovanissimo nel Movimento sociale per poi approdare- in virtù dello scioglimento del partito e della nascita di Alleanza nazionale – nel centrodestra, da dove non si è mai mosso.
«Io non posso accettare che chi è stato nel centrosinistra oggi detti le regole nel centrodestra. Posso anche perdere le elezioni ma non perderò mai la dignità. Io non sono ricattabile, perché non ho mai chiesto niente a nessuno».
Per Trischitta è inconcepibile dare spazio e potere all’interno del centrodestra a coloro che definisce «traditori».
«Germanà nel 2013 se n’è andato nel centrosinistra con Alfano per farsi i suoi interessi . A livello regionale ha appoggiato il governo Crocetta indicando l’assessore Vermiglio, ma quando ha visto che a catta era mala pigghiata, come diciamo in Sicilia, è tornato nel centrodestra e grazie alla sua amicizia con Schifani si è fatto regalare un seggio in Parlamento».
Tutt’altro che tenero anche nei confronti di Genovese. «Come può Berlusconi permettere che Genovese decida il candidato sindaco? E Musumeci non si vergogna a chiamarlo per farsi fare le liste? Io, Genovese nel mio partito non lo voglio. Ha distrutto questa città e tolto il futuro a migliaia di giovani».
Oltre con Genovese senior , Trischitta se la prende con il figlio Luigi ma soprattutto con chi gli va dietro: «Voglio fare un appello anche ai consiglieri comunali. Ma non vi vergognate di sedere al tavolo con un picciridu che vi detta la linea politica. Io non lo potrei mai accettare. Per me sono tutte persone senza dignità. Fanno tutti la fila da Genovese. C’è anche Elvira Amata».
Trischitta non fa sconti neanche al gruppo politico “Vento dello Stretto”, del quale fanno parte tra gli altri Ciccio Rizzo, Piero Adamo, Ferdinando Croce: «Cambiano partito ogni anno: prima erano con Alleanza Nazionale, nel 2013 sono andati nel Pdl facendo la lista SiamoMessina, poi sono passati con Fratelli d’Italia e adesso stanno con la Lega»
Ne ha per tutti Trischitta, anche per De Luca: «Si vanta di aver amministrato Fiumedinisi , che fa 1050 abitanti . E’ più grande il complesso peloritano. Quanto a Santa Teresa, ha due strade e 9 mila abitanti come Pistunina. Mi chiedo perché De Luca non parli mai contro Genovese, a cui era andato a chiedere se si poteva candidare».
E’ incontenibile il consigliere comunale quando parla dei suoi avversari , ma i suoi toni tornano normali quando illustra il suo programma, che punta tra l’altro a riqualificare i quartieri, a far tornare a splendere il Tirone, a realizzare la Messina pedonale.
“Solo per Cambiare Messina” lo slogan che lo accompagnerà in questi mesi di campagna elettorale.
Danila La Torre