“Anche i nostri figli hanno diritto ad un futuro fuori dalle periferie: per questo dobbiamo usare l’unica “arma” legale e pulita che è il voto. Nessuno ha il diritto di offrire una busta della spesa o un buono benzina. E non lo dico io, ma ci sono notizie diffuse in questi giorni e persino un processo in atto, con tanto di dichiarazioni proprio di chi ha fatto circolare borse di spesa in cambio di voti, per conto di coloro che starebbero dietro le quinte. Ebbene, vi dico che, a fronte di quei piccoli regali che in una campagna elettorale potrebbero comprare un voto o i voti di intere famiglie, c’è il resto di una vita in cui, quelle persone che per bisogno hanno accettato, rimangono nelle stesse condizioni di bisogno, mentre chi ha eventualmente pagato se ne frega di chi è senza lavoro, senza il cibo quotidiano e abita in una casa popolare fatiscente o in una baracca. Anzi, di proposito fa in modo che tutto rimanga così, perché alle prossime elezioni devono tornare a dare l’elemosina in cambio di un voto, per poi sparire di nuovo.
Certo se ci fosse qualcuno che farebbe questi giochi sulla pelle della gente, non lo farebbe personalmente, non si sporcherebbe la mani direttamente. Ma io sono in mezzo a voi, a parlare alla gente onesta che c’è qui, come in tutte le zone della città, perché io sono nato nella periferia e conosco le esigenze e la voglia di riscatto. Per questo mi sono candidato: per dare speranza ai voi e ai vostri figli”.
Il candidato sindaco Pippo Trischitta nel suo tour elettorale, tra la gente a Provinciale e ai comizi di ieri seraal villaggio Cep e a Santa Lucia sopra Contesse, ha parlato di “voto libero, utile e di riscatto”.
“Io stesso – ha continuato – non mi sono piegato a nessun potere. Mi è stato chiesto di restare in Forza Italia, ma non m’importa la promessa di una poltrona: io non mi vendo e non compro! Io ho già vinto perché non mi sono piegato ai soliti poteri e ho insegnato ancora una volta ai miei figli che è meglio perdere con onore che vincere con disonore”.
Poi, rimanendo sul tema, ha lanciato il suo nuovo slogan, ispirato al suo vezzo ormai noto.
“Mi abbasso la giacca ma non mi calo i pantaloni”, ha detto.
“Quello che mi distingue sono onestà, competenza, esperienza e capacità. Sorrido a sentire i miei avversari riprendere i miei progetti: appena escono sui giornali, li “sparano” persino in mia presenza, nei confronti pubblici tra i candidati a sindaco. E mi riferisco alla sosta breve a 10 centesimi di Euro per 20 minuti, che proprio oggi un candidato ha lanciato: ieri su questo avevo fatto la conferenza stampa ed è uscito i giornali. E ancora, scuole aperte fino a sera, e un altro candidato si è venduto la proposta; Cittadella del Made in Sicily alla Fiera, progetto del nostro assessore designato Wanderlingh diffuso anni fa, messo a disposizione del mio Programma, e spuntato nel programma di un altro candidato. E parlo di togliere le barriere del tram, ed ecco che un altro competitor riprende la cosa. E parlo ancora di Centro diurno per disabili ed ecco che c’è chi promette di avere i soldi in mano per realizzarlo”.
E dopo aver spiegato questi punti del Programma, soffermandosi sugli Istituti scolastici delle periferie, trasformati in centri vocati all’inclusione sociale, con corsi, attività culturali e sportive, ha voluto precisare l’elemento fondamentale per dar vita a tutto questo.
“Sia chiaro – ha detto – che non esiste nessun copyright in nessuna di queste o altre idee, molte delle quali anche già realizzate in altre città; quindi, in questa campagna elettorale, possiamo ogni giorno inventarcene una nuova, anzi fare la gara a chi la spara più grossa. Ma quello che è importante è sapere poi passare dalle parole ai fatti. Io ho fatto il consigliere comunale per 15 anni e conosco a fondo la macchina amministrativa, oltre a fare politica sin da ragazzino; con me ho scelto una squadra di persone competenti nei vari ambiti. Noi le idee le vogliamo realizzare sul serio, sappiamo realizzarle e sappiamo anche dove trovare i fondi per finanziarle”.