“La “collega” che mi ha preceduto ha parlato parecchio, come ama fare; io parlerò poco, molto poco, perché le chiacchiere stanno a zero”. É Giusi Turrisi l'ultimo candidato a parlare, al termine di una domenica ricca di appuntamenti elettorali ed il riferimento è a Maria Teresa Collica che ha parlato prima di lui. Presente al comizio anche il segretario regionale PD Fausto Raciti, deus ex machina delle candidature per il suo partito a Milazzo e Barcellona Pozzo di Gotto. “È sempre difficile, per una comunità locale, riprendersi da una delusione” – ha dichiarato Raciti – “e Barcellona si è risvegliata impoverita e defraudata delle sue prospettive future. Per uscirne c'è bisogno di poche, ma indispensabili chiarezze: nessun ritorno a un passato da cui la città ha dimostrato di volersi affrancare, e un nuovo impegno a livello regionale e nazionale per ricostituire quel canale che Barcellona ha smarrito”. A parlare anche i tre assessori designati: Attilio Liga, Roberto Isgrò e Antonio Catalfamo, che hanno parlato dei motivi della sfiducia e degli “sfidanti” per la carica di primo cittadino. I temi sono ricorrenti: Materia non sarebbe indipendente, e avrebbe imposto la sua candidatura, “rubando” addirittura alcuni elementi inizialmente a sostegno di Turrisi; Collica sfrutterebbe invece vittimismo e dualismo, utile a distrarre dalle ragioni della sfiducia il primo, fondamentale in prospettiva di un ballottaggio il secondo. Contro il sindaco uscente le accuse sono durissime: e, riprendendo le parole dell'ex assessore Cosimo Recupero, si parla di politica dei sorrisi, di un cerchio magico che avrebbe marginalizzato gli altri membri della giunta, di una totale insensibilità ai temi dello sviluppo economico, mai affrontati in nome di una “legalità preventiva” che avrebbe portato all'immobilismo e all'inefficienza. Una bocciatura totale, che coinvolge i sostenitori di Collica: l'esempio, ormai classico, è quello del confronto con Accorinti, responsabile secondo gli assessori designati del disastro economico di Messina. Turrisi entra poi nel merito: “Basta guardarsi intorno per rendersi conto dello stato disastroso in cui versa la nostra città. Il ponte di Calderà poteva essere realizzato tranquillamente, e quel ponte provvisorio di cui attualmente disponiamo è frutto del lavoro di alcuni miei sostenitori, che hanno svolto un lavoro preziosissimo in provincia. Ci si sarebbe aspettati un pressing asfissiante per assicurarsi che dalla regione arrivassero i fondi per un'opera indispensabile come il suddetto ponte: ma il presidente Crocetta ha disconosciuto ogni tipo di impegno sulla questione. E, in tre anni, nulla è riuscito a smuovere il sindaco uscente. Ebbene, sento di poter garantire che, da sindaco di questa città, l'opera verrà realizzata nei primi sei mesi del mio mandato. E anche un po' di manutenzione di base, che coinvolgesse le scuole elementari, il lungomare di Spinesante – ormai pieno di pulci, zecche e “dimore” di senzatetto – sarebbe semplice routine per un'amministrazione efficiente. Un ultimo pensiero va alla strada delle serre che, pur prevista – e finanziata -, è stata accantonata per sfruttare i fondi a essa destinati in piccole – e inutili – spese di manutenzione. Ma è un'opera fondamentale, non solo per la viabilità di Calderà e di Barcellona tutta, ma anche per la sicurezza e per lo sviluppo economico della frazione, che va destagionalizzata”.
Giovanni Passalacqua