“Nel nostro programma tra i primi provvedimenti da attuare ci sarà la riorganizzazione del palazzo municipale, questo comporterà dei sacrifici, ma ci tengo a precisare che non licenzieremo nessun dipendente, anzi li valorizzeremo”. A dirlo è Cateno De Luca, candidato sindaco di Messina, che aggiunge: “Metteremo in liquidazione le partecipate e le accorperemo al palazzo municipale, e, anche in questo caso, esalteremo le competenze dei dipendenti che continueranno con serenità il loro lavoro. D’altronde, è sotto gli occhi di tutti che la macchina burocratica di Messina è un colabrodo perché nessuno mai se ne è voluto concretamente occupare, lasciando spesso i semplici impiegati alla mercé dei mega dirigenti di turno (23 uffici di livello dirigenziale con una indennità media aggiuntiva allo stipendio di 100 mila cadauno) che, in gran parte, hanno agito e valutato più per input politici o lobbistici che per obiettività, secondo i canoni dell’efficienza, efficacia ed economicità. Anche per quest’ultimo motivo, i burocrati che hanno gestito la macchina amministrativa per lunghi anni, devono fare un passo di lato (rottamazione dirigenziale) e dare spazio ai colleghi pronti a condividere una nuova cultura di governo municipale, scendendo dal comodo piedistallo apicale e mettendosi a servizio della città. Certamente non potrà essere dato spazio ai raccomandati della politica e delle varie fattispecie di lobby: spesso, hanno fatto più danno i burocrati proni al padrone politico o lobbistico, che l’esercito di asini volanti che ha amministrato la città. Messina anche da questo punto di vista deve essere la città del Si: agevolare gli investimenti privati e realizzare tutte le opere di urbanizzazione a supporto della creazione di posti di lavoro; semplificare i procedimenti amministrativi per evitare l’asfissiante costo della burocrazia; mettere a disposizione dei giovani il patrimonio immobiliare per progetti di start up; usare la leva tributaria quale incentivo per nuovi insediamenti produttivi”.
“Non più quindi – prosegue De Luca – un Palazzo Municipale che si serve della comunità, ma un Palazzo Municipale a servizio della comunità, ed in tale ottica riteniamo indispensabile attuare nei primi quattro mesi di amministrazione le seguenti azioni: l’eliminazione degli attuali venti dipartimenti di Palazzo Zanca con relativi incarichi dirigenziali e della figura del Direttore Generale, con un conseguenziale risparmio di spesa e riduzione dei centri di costo per eliminare gli sprechi; la creazione di 4 macro aree: amministrativa ed affari generali – economico finanziaria e programmazione – tecnica e progettazione – polizia municipale e sicurezza del territorio; la modifica del rapporto tra sindaco e dirigenti con l’incarico annuale e non più quinquennale ai dirigenti responsabili delle aree, onde evitare di diventare prigionieri dei cosiddetti padroni del pastificio: il dirigente che conseguirà gli obiettivi assegnati avrà rinnovato il contratto, mentre chi non li conseguirà sarà messo da parte; l’aumento delle ore ai precari e conseguenziale stabilizzazione, in presenza dei presupposti di legge, di tutto il personale ivi incluso quelle delle società partecipate per restituire dignità a chi lavora; la valorizzazione degli impiegati che hanno voglia di fare più del dovuto e penalizzazione per gli impiegati che non intendono adeguarsi al nuovo corso impresso dal sindaco De Luca, all’insegna dell’efficienza, efficacia, economicità e flessibilità; la revisione degli attuali servizi con la creazione di nuovi uffici, quali ad esempio quello per la pianificazione/progettazione dei programmi complessi e l’abolizione di altri ormai obsoleti; la rideterminazione della dotazione organica in relazione anche all’inserimento di tutto il personale delle società partecipate, che saranno messe in liquidazione (Amam – Atm – Messina Servizi Bene Comune ecc.) con conseguenziale ricollocazione e riqualificazione, in base alle risultanze dei carichi di lavoro per singolo ufficio e servizio; l’utilizzo del fondo annuale di efficienza dei servizi, con criteri incentivanti in relazione a progetti obiettivo, per nuove attività amministrative o per lo svolgimento di attività di carattere straordinario;l’internalizzazione dei servizi municipali. Non è pensabile che dipendenti appartenenti alle categorie contrattuali A e B, oggi si trovino nel posto sbagliato e cioè dietro una scrivania ed i lavori di pulizia dei palazzi municipali, di manutenzione del patrimonio immobiliare, di cura del verde e decoro urbano siano appaltati a ditte esterne con una indecente duplicazione dei costi a carico della comunità”. “Il grado di autorevolezza interno di un Palazzo Municipale – conclude De Luca – si misura in base alla tipologia di rapporto che si instaura tra la parte politica e gli impiegati comunali: trattare tutti allo stesso modo a prescindere dalle singole simpatie politiche è fondamentale per acquisire autorevolezza anche nei confronti di chi non gradisce quella presenza politica nel palazzo”.